Lynn Stout ha scritto un libro sulla creazione di valore per gli azionisti: pensa che la concentrazione strategica sul profitto per gli azionisti sia un mito molto dannoso. La realtà è che la massimizzazione del valore delle azioni non è un indicatore sintetico del buon andamento di un’azienda. Non tiene conto del reale insieme di persone che un’azienda coinvolge e non consente alcun pensiero di lungo termine. E non ha dunque alcun significato pagare gli amministratori delegati solo in ragione di quel valore. Ne parla ProPublica, con la libertà che è consentita a un giornale che si regge sulla filantropia di una fondazione e l’esperienza di un grande direttore come Paul Steiger.
ps. Uno dei rifondatori di quel mito è Milton Friedman (1970). La realizzazione di quel mito è stata la coppia Thatcher-Reagan. L’altoparlante è stato il softpower televisivo degli ultimi trent’anni. Ma quei trent’anni sono finiti. E le persone possono cercare di riportare la realtà a governare l’economia.
A generare valore per gli azionisti sono soprattutto l’efficacia e l’efficienza uniti alla qualità di ciò che si produce (prodotti o servizi che siano). In tal modo si riesce a produrre valore sostenibile non solo per gli azionisti ma per tutti gli stakeholder interessati (quindi anche per le persone incaricate della produzione).