Deyan Sudjic, curatore e direttore del museo di design di Londra, conosce ovviamente molto bene l’Italia. Incontrandolo a TED si scopre il piacere di essere riconosciuti per qualcosa di diverso dalla crisi, le follie politiche e la pasta. È tempo che ci pensiamo seriamente. Il design non è stato sufficiente all’Olivetti per passare con successo dal mondo meccanico a quello digitale. Ma il ricordo dell’Olivetti è ancora vivo tra coloro che conoscono la storia. Possibile che non si riesca a fare qualcosa di importante a partire da questo fatto?
Sto giusto leggendo il suo libro: The language of things (recensione del Guardian). La strategia della disattenzione portata avanti con la quantità di cose che possediamo e che parlano di una cultura – come minimo – confusa.
Commenta