In un recente post, Nicola Mattina si chiede se internet e la tecnologia digitale può servire a sostenere le esportazioni italiane. Più in generale se la crescita del digitale in Italia può servire in modo tangibile alla crescita italiana.
Secondo me la risposta è sì. Ma da diversi punti di vista, non da uno solo:
1. Le grandi industrie esportatrici italiane (arredamento, abbigliamento, alimentare) stanno usando il digitale da tempo per ridurre i costi della prototipizzazione e della produzione, per aumentare l’efficienza dei campionari e la customizzazione dell’offerta, per aumentare la varietà della gamma di prodotti.
2. Prendendo lo spunto di Carlo Alberto Carnevale Maffè, “internet è un vettore non un settore”, l’Italia è debole nelle piattaforme (non solo di ecommerce) e forse anche nell’uso di quelle piattaforme per fare marketing e vendere. Ma potrebbe migliorare. Jobrapido e Zooppa sono esempi di questa possibilità.
3. Il digitale può essere la tecnologia fondamentale di nuovi prodotti. Industriali, come è già il caso di molta meccatronica. Consumer, come nel caso delle molte applicazioni e proposte di servizi di tante startup che stanno venendo fuori anche in Italia e che trovano feedback immediati dal mercato usando le piattaforme globali costruite da Apple, Google, Amazon. Questo può portare un fatturato dall’estero e quindi esportazioni, come avviene per esempio con AppsBuilder che vende due terzi delle sue apps all’estero.
4. La crescita di un vibrante sistema di nuove imprese orientate alla crescita e al mercato internazionale in Italia può anche attirare capitali in Italia, nel momento dei primi o secondi round di finanziamento e nel momento della vendita finale della startup a una grande azienda, nell’eventualità che sia straniera. Non si tratta di esportazioni, ma di entrata di capitali in Italia. Questo succede molto meno di quanto potrebbe. Ma si potrebbe sviluppare.
Insomma, la risposta a Nicola è più articolata di quanto non avrebbe dovuto essere. Ma è sostanzialmente positiva. E investire su questa tecnologia è una buona idea. (Purché si sappia che il digitale non produce soldi automaticamente. Senza un consapevole e lungimirante investimento in cultura ed educazione, le opportunità che si riescono a cogliere sono probabilmente inferiori).
Luca, io nel punto1 aggiungerei anche ciò che internet, come vettore, ha trasformato le importazioni delle aziende italiane. Infatti ha facilitato lo sbriciolamento della filiera, la cosiddetta supply chain.
Parafrasando il vecchio concetto che la rete conta più del computer, possiamo ora affermare che la filiera dell’azienda (sia nell’input sia nell’output) conta più dell’azienda.
Ciao.