Oggi comincia un corso allo Iulm che l’università, nell’affidarmelo, ha deciso di intitolare “Information technology e nuove piattaforme culturali“. Spero che possa servire a chi intende non solo prepararsi a “lavorare” nell’economia della cultura, ma anche immaginare come contribuire a progettare l’innovazione in quell’ambito.
Perché se c’è una scommessa che si può tranquillamente vincere sul futuro dell’economia della cultura è che le tecnologie digitali avranno sempre più imporanza. E per innovare non si potrà fare a meno di sintonizzarsi sul ritmo della loro evoluzione. Il che non si impara se non partecipando e riflettendo sull’esperienza che si ottiene partecipando.
L’economia della cultura, in questo senso, diventa una disciplina sperimentale: nella quale gli osservatori sono anche le cavie…
Oggi bisognerà mettersi d’accordo sulla conoscenza che la classe ha già e vuole sviluppare intorno a questi strumenti digitali. E poi cominciare a discutere due o tre concetti basilari (tipo: l’intelligenza è ai margini, internet è come una bicicletta per il cervello, il modo migliore per prevedere il futuro è costruirlo…). Buon lavoro a tutti.
Intanto, nelle pagine linkate in questo blog nella colonna più a destra, ci sono alcuni appunti forse utili per le lezioni e le letture tra una lezione e l’altra. Sono davvero solo appunti. E ne mancano un bel po’:
Complimenti!