Se è più bello è più vero? Probabilmente non è così. Anche se per dirlo occorre ripercorrere montagne di pensieri. Ma una spiegazione può essere elegante, profonda, bella: e quando la si incontra è un piacere. E’ da qui che parte la domanda annuale di Edge. Il gruppo di intellettuali guidato da John Brockman, che esplora la conoscenza con la libertà di chi non si chiude nelle specializzazioni disciplinari tradizionali, ha trovato ancora una volta una questione affascinante sulla quale esercitare la meravigliosa disponibilità a partecipare dei suoi collaboratori. L’ha suggerita quest’anno Steven Pinker che l’ha discussa con Brockman, Stewart Brand, Kevin Kelly e George Dyson. Sicché la domanda quest’anno è: “What is your favorite deep, elegant, or beautiful explanation?”.
Le risposte sono quasi 200. Ci sono scienziati, filosofi, letterati, storici, economisti, politologi, matematici. La bellezza della spiegazione si dimostra sfuggente alla teorizzazione, ma molto vivida nella narrazione. C’è chi mostra una figura geometrica e chi ricorda un esperimento, chi ripercorre le filosofie della conoscenza e chi ritrova l’ingegnosità di una dimostrazione logica. C’è di fa notare, al contrario, l’ineleganza di alcune ricostruzioni che si rivelano migliori di altre teorie esteticamente migliori. C’è chi parla del conflitto e chi della soggettività. C’è chi ricostruisce le dinamiche della piacevolezza nel cervello e chi ricorda le mezze verità del realismo… Alcuni titoli sono un invito irresistibile alla lettura: “In principio è la teoria”; “I limiti dell’intuizione”; “Perché ci sono i bachi nel software?”; “La semplicità in sé”; “Avere fiducia nella fiducia”; “Universi paralleli”; “Gruppi più numerosi producono un numero inferiore di risposte”; “Le metafore sono nella mente”; “Siamo schiavi non di ciò che temiamo ma di ciò che amiamo”…
(Per una serie di circostanze difficili da credere è capitato che abbiano rivolto un invito anche a chi vi scrive. E che abbiamo accettato il contributo che rispondeva a quell’invito… Ne sono onorato e… felice. Ho parlato ovviamente di Copernico, ma ci sono arrivato attraverso un percorso scivoloso… Infatti, ero partito dalla domanda: perché la spiegazione di un thriller è sempre in fondo, mentre in altre forme di comunicazione più tecniche è riassunta fin dall’inizio?)
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