È un lamento endemico tra i lavoratori della conoscenza e il loro entourage: l’information overload. La quantità di tempo che si deve passare a rispondere alla mail, a curare i social network, leggere i blog e rispondere ai commenti… Ma quel lamento si accentua ed esprime massimamente durante le vacanze.
Le motivazioni sono diverse. Ecco alcuni esempi:
1. Pre-emtive strike. Il lavoratore della conoscenza non riesce a staccarsi dal suo smartphone ma per anticipare le critiche dei familiari si lamenta della quantità di mail che riceve anche il 15 agosto. La strategia può essere efficace, se dura poco. Per vacanze lunghe è meglio pensarne un’altra.
2. Horror vacui. Il lavoratore della conoscenza è abituato ad avere la giornata piena di connessioni, minuto per minuto. La disconnessione vacanziera può essere scambiata per un vuoto. Se accade significa che è giunto il momento di riflettere. La paura del vuoto si può vincere.
3. Quanti amici hai? I discorsi relativi alla competizione per chi ha il social network più ampio si possono trasformare ipocritamente in uno sconsolato lamento sull’eccessivo numero di amici da curare online. È assolutamente meglio evitare di fare un discorso del genere a tavola, con gli amici che per una volta sono fisicamente presenti, prima di accendere il telefonino e rispondere ai messaggi.
In realtà, il senso comune potrebbe aiutare. Dice l’Economist:
“Most companies are better at giving employees access to the information superhighway than at teaching them how to drive. This is starting to change. Management consultants have spotted an opportunity. Derek Dean and Caroline Webb of McKinsey urge businesses to embrace three principles to deal with data overload: find time to focus, filter out noise and forget about work when you can. Business leaders are chipping in. David Novak of Yum! Brands urges people to ask themselves whether what they are doing is constructive or a mere “activity”. John Doerr, a venture capitalist, urges people to focus on a narrow range of objectives and filter out everything else. Cristobal Conde of SunGard, an IT firm, preserves “thinking time” in his schedule when he cannot be disturbed. This might sound like common sense. But common sense is rare amid the cacophony of corporate life.”
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