Chi ha cominciato? Wikileaks pubblicando con l’aiuto di New York Times e altri giornali di tutto rispetto un’enorme quantità di messaggi un po’ riservati della diplomazua americana? Oppure il governo americano che – si dice – ha chiesto alle compagnie come Amazon e PayPal di cessare ogni servizio a favore di Wikileaks? Oppure gli anonimi che hanno attaccato PayPal?
Sappiamo che la richiesta di boicottaggio contro PayPal appare legale, anche se produce un’ideologizzazione delle relazioni funzionali sul web, che è peraltro conseguenza delle precedenti azioni. Il tizio che ha dato a Wikileaks i documenti si direbbe abbia commesso un’azione illegale, ma la pubblicazione di documenti giunti in possesso di organi di stampa non è illegale. La richiesta di blocco del servizio a Wikileaks che il governo avrebbe rivolto alle compagnie private non sarebbe stata particolarmente legale. Il governo avrebbe fatto meglio ad aspettare il processo a Wikileaks. E forse PayPal avrebbe potuto chiedere al governo di aspettare l’esito di quel processo.
Insomma, l’illegalità e l’ideologizzazione come sempre si alimentano a vicenda. La legalità almeno consente di ragionare. L’ideologia e l’illegalità generano labirinti inestricabili.
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