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L’infinito loop dell’anonimato

Su Slate una discussione sull’anonimato dei commenti ai giornali online.

Da quando c’è la rete, c’è anche questo dibattito. Fin dai tempi di The Well. È chiaro che l’anonimato favorisce l’emergere di notizie che non uscirebbero se chi le scrive si dovesse esporre ai poteri che vorrebbero impedirne la pubblicazione. Ma l’anonimato favorisce anche l’emergere di commenti che non uscirebbero se chi li scrive sente che dichiarando la propria identità se ne dovrebbe vergognare.

L’anonimato in effetti annulla i freni inibitori di chiunque tenga alla propria immagine pubblica e induce qualcuno a lasciarsi andare e a sparare qualunque genere di sciocchezza proprio perché la sua identità resta coperta.

Qualunque pubblicazione può lasciare che i commenti siano anonimi o impedirlo. Ma saranno comunque i lettori a giudicare: un commento anonimo è meno credibile di un commento scritto da chi se ne assume la responsabilità. O per lo meno chi si assume la responsabilità di quello che scrive conquista di solito – a parità di altre condizioni – un maggiore rispetto.

Impossibile, impedire l’anonimato su internet. E probabilmente sarebbe anche sbagliato. Ma è anche corretto sottolineare che scrivere e firmare quello che si scrive genera informazione dotata di maggiore concretezza. E in generale contribuisce alla qualità delle relazioni che si sviluppano nelle conversazioni online.

Questo vale in generale. I casi particolari, peraltro, sono molti e diversi. In alcuni di questi casi, l’anonimato può essere una soluzione obbligata. Sono i casi in cui un potere forte impedisce seriamente la libertà di espressione. Ma abusare in generale dell’anonimato per conversazioni che potrebbero benissimo essere sostenute con il proprio nome e cognome non aiuta la crescita della qualità della rete. Imho.

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  • sará interessante migliorare il contenuto dei commenti, inserendo un like ed il sort sui likes; anche imprimere solo i primi x caratteri di ogni commento(500?)

  • ah, secondo me l’anonimato, la possibilità di essere anonimi, è un requisito essenziale per la Libertà. Il contrario significa che ogni comunicazione può essere tracciata e controllata e si rischia una deriva di tipo autoritario. (a meno che non si creda in
    un controllore tanto illuminato da non abusare del suo potere).
    Il rischio che l’anonimato annulli i freni inibitori e qualcuno scriva sciocchezze
    mi sembra un problema minore. Del resto chi desidera l’autorevolezza deve firmarsi.
    Guardando fuori da Internet ad esempio l’anonimato è possibile da sempre per la posta
    cartacea, che viene consegnata anche se non viene indicato il mittente.
    E proprio per questo saranno certamente state scritte tante sciocchezze epistolari,
    ma la qual cosa non ha causato particolari problemi, che io sappia. 🙂
    ovviamente IMHO, grazie dell’ottimo blog.

  • Noi siamo uno dei casi particolari. Per ora siamo e restiamo anonomi. E lo resteremo a lungo. Poi si vedrà. Può darsi che useremo eteronimi. Non per vergogna o per mancanza di responsabilità. Per altre ragioni facilmente intuibili.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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