Sfogliando il libro di Frank Schirrmacher, La libertà ritrovata, Come (continuare a) pensare nell’era digitale, ci si imbatte in frasi notevoli.
“La domanda che deve affrontare chi lavora in aziende come Google, Xerox o Microsoft, cui è quasi impossibile rispondere, è la seguente: come si può catturare l’attenzione (sempre sull’orlo di distrarsi) senza manipolarla? Dato che le persone non possono più farlo e forse, a causa di questo sovraccarico cognitivo, non potranno più farlo neanche in futuro, sono le macchine che devono assumersi questo compito”.
Diamo la colpa dell’information overload alle macchine, ma sono le macchine che ce lo devono risolvere. O no? Il libro si sfoglia con curiosità. Ed è percorso da intuizioni molto condivisibili.
“La società che riprende con rinnovato vigore il controllo del proprio pensiero è quella dove scuole e università offrono anche corsi di meditazione, e diventano luoghi dove non si insegnano pensieri ma modi di pensare, nonché la possibilità di riconoscere, nell’epoca dei motori di ricerca, il valore della domanda giusta”.
Per la risposta ala domanda “come si può catturare l’attenzione (sempre sull’orlo di distrarsi) senza manipolarla?” è nel libro marketing 3.0 di kotler ed altri: convolgendo i clienti in una nuova filosofia di vita.