Il grande medium sociale che le persone hanno creato cogliendo le opportunità offerte da internet sta maturando in importanza quantitativa e presenza nella quotidianità. Il suo destino è quello che costruiranno le persone che lo rendono vivo. Ma il tema della sua crescita qualitativa dipende anche dalla diversità delle piattaforme sulle quali si sviluppa. E la diversità implica che ce ne siano anche non profit, non tutte siano basate solo sulla pubblicità, alcune siano specificamente pensate per favorire la qualità dei contesti nei quali l’informazione si sviluppa. Tra poche ore sapremo se può nascere in Italia una Fondazione per l’informazione dei cittadini.
26/03/2010 08:32
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La Fondazione
26/03/2010 08:32
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Luca De Biase
Knowledge and happiness economy Media and information ecology
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Oltre al carattere non profit (che preso in sé e per sé è una foglia di fico pure di ridotte dimensioni) guarderei alla governance della fondazione. E al fatto che siano adeguatamente rappresentati gli interessi in campo. In più considererei la dimensione produttiva, il fatto che sia (o non sia) anche un’impresa sociale. Auguri!
Concordo con Flaviano, l’idea di unire il fine della Fondazione con la dimensione dell’impresa sociale non sarebbe male.
La Rete, o meglio, il Web, sarebbe potuto essere finanziato da un privato? Produrre un ecosistema dove chi finanzia non ne ha vantaggio diretto, se non usandolo? Quale logica economica sottende una visione a lungo termine di questo tipo?
Non è un caso che sia nata una fondazione anche per la Web Science, in effetti. Personalmente mi intriga unire questo tema con il sistema a 4 parti descritte da Doc Searl:
http://blogs.law.harvard.edu/vrm/2009/04/12/vrm-and-the-four-party-system/
fondazione? spieghi un po’ di più?