E quindi ecco Buzz. Per costruire conversazioni a partire dalle reti sociali che si coltivano già in Gmail, connettendo quelle che si tengono via Twitter e condividendo i contenuti pubblicati già su Flickr, YouTube, Picasa, ecc, anche in base a soluzioni viste su Wave. NyTimes.
Tutti cercano di tenere la palla in questa partita. Costellata di invasioni di campo, cambiamenti delle regole, obiettivi nascosti che emergono solo dopo un po’.
Sembra ci sia un po’ di confusione strategica. Ma il fatto è che le categorie tecnologiche di cui stiamo parlando non sono stabili, i loro confini sono in continuo movimento, l’uso di una soluzione si espande naturalmente al valore d’uso di un’altra: search, microblogging, social networking, posta elettronica, sconfinano nei rispettivi territori. L’effetto-rete parte più forte quando è chiara la tecnologia che si sta usando e il suo valore d’uso, non quando ci sono troppe alternative tecnologiche in gioco.
Luca, qui le mie prime impressioni http://www.contino.com/blog/2010/2/9/londa-di-un-buzz.html