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Encyclopédie e Wikipedia

Da un’intervista di Pierre Le Hir a Roger Chartier, professore al Collège de France e direttore di studi all’Ecole des hautes études en Sciences Sociales, su Le Monde.

«L’enciclopedia online Wikipedia non è forse l’ultimo sviluppo del progetto di Diderot e d’Alembert?
Io credo di sì, poiché Wikipedia si basa sui contributi molteplici di una sorta di società invisibile di persone delle lettere. Ma Diderot non avrebbe certamente accettato la semplice giustapposizione degli articoli, senza albero delle conoscenze né ordine ragionato che caratterizza Wikipedia. È un’impresa democratica, aperta, e nello stesso tempo molto vulnerabile, molto esposta all’errore e al falso. E rende visibile la tensione tra il desiderio della costituzione di un sapere collettivo e la professionalizzazione delle conoscenze».
Sta di fatto che chi conosce bene una materia è libero di andare su Wikipedia e migliorarla. Anzi, oltre a scoprire i difetti delle informazioni che contiene e a segnalarli, potrebbe anche sentire giusto correggerli, con spirito pragmatico, dato che quell’opera è ormai un canale di distribuzione di conoscenze di larghissima diffusione. E chi opera nella conoscenza in base a un servizio pubblico, forse potrebbe sentirsi chiamato a contribuire a questo servizio destinato ai commons della conoscenza. Oppure si potrebbe pensare alla costruzione di un modello, se mai si troverà, ancora migliore. In generale, il controllo centralizzato e il controllo meno centralizzato o decentrato su base volontaria sono modelli alternativi che presentano pregi e difetti diversi. L’intelligenza collettiva non si è fermata all’Encyclopédie né si fermerà a Wikipedia. Imho.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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