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Il senso delle misure

Dice il ministro Maroni che sono allo studio “misure” per limitare l’uso violento di internet. Gli hanno già risposto altri politici: le norme ci sono già, vanno fatte rispettare. Introdurre norme illiberali sarebbe un errore.

Ma per capire che cosa sia considerato un uso violento dei media basta leggere quello che l’onorevole Cicchitto dice dei giornali che da mesi stanno pubblicando notizie molto dure contro il premier.
Per fortuna che si dovevano abbassare i toni. 
Lo stupore cresce venendo a sapere che il Pdl abbandona la Camera quando deve parlare Di Pietro. Come se fosse un responsabile.
L’attentato è stato preso sul serio a pretesto per indurire il teorema secondo il quale i media critici sono pericolosi e vanno frenati con le leggi. Non per niente secondo Repubblica, Chicchitto ha definito Travaglio un “terrorista mediatico”. 
Siamo ancora in tempo ad abbassare i toni. E a non prendere misure fuori misura.

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  • Ripeto, se in Italia l’obbligatorietà dell’azione penale non fosse una barzelletta, basterebbe e avanzerebbe il reato di incitazione a delinquere e apologia di delitto. Siccome in Italia l’obbligatorietà dell’azione penale è una barzelletta, mah…. L’alternativa è la querela di parte (per quale reato? Violenza verbale ? Robetta). E’ ridicolo che chi voleva introdurre una legge che avrebbe reso reato parlare di “froci”, ora si straccia le vesti di fronte a qualcuno che dice “Ammazziamolo ! Ammazziamolo !”.
    E’ proprio vero e mi ripeto: questo Paese sarà contrario alla guerra (anche perchè ha l’abitudine di perderla), ma la guerra civile gli piace un sacco.

  • Il senso della misura no puo essere una cosa richiesta solo alla rete. La rete è uno dei tanti modi in cui la gente sceglie di comunicare al giorno d’oggi.
    Quando sono nata il telefono era ancora attaccto al muro e fr aun po te lo impianteranno sotto pelle con un microchip.La verità è che si voglono bloccare i pensieri, ma come dice Dalla ” il pensiero è come l’ocenao , non lo puoi bloccare no lo puoi recintare”
    Vero è che proprio la perdita di quel senso della misura porta, come avevamo già scritto, ad eccedere nelle esternazione del sentire personale e nella incapacità di trovare un punto di equilibrio fra quello che si pensa e come lo esterna. Del resto non tutti sono capaci di spadroneggiare con la lingua scritta e a volte i toni paiono forti anche per un utilizzo improprio o frettoloso degli aggettivi e poi scripta manent.
    Resta che questa classe politica non fa niente per avìbbassare i toni e limitare a rete è una cavolata da regime cinese. Del retso l’utilizzo improprio ad esempio di facebook si è visto da una parte e dall’altra 500 gruppi in mezzora è quasi impossibile crearli, 2milioni di utenti su un gruppo non si trovano in cinque minuti. Ci vogliono però cinque secondi a variare i titoli dei gruppi. Vai poi a capire quale è gruppo vero e quale “finto”, chi strumentalizza cosa, a chi giova etc. La rete dovrebbe riuscire a fare lobby, adesempio. Se duemilioni di italiani si cancellassero di colpo da tutti i gruppi forse la stessa FB rivedrebbe a sua politica di privacy. Non facciamoci sempre e solo usare.

  • Come al solito prevale la logica della vittima e del carnefice per usi trasversali, con la differenza che nessuno è mai riuscito a distinguere i rispettivi ruoli su gli intrecciati avvenimenti reali. Ora che la realtà ha prevalso nitida l’occasione per strumentalizzarla è imperdibile. Marco non è tanto l’inapplicabilità dei reati che menzioni il problema, quanto le declaratorie di abbassare i toni alzandoli e usare i supposti toni da abbassare per imbastire abbrobri che concorrono ad alzarli.
    Per diversi motivi sia la maggioranza che l’opposizione hanno bisogno del ruolo della vittima in questo frangente politico. Quella parte dell’opposizione (pessima) che non è nulla senza antiberlusconismo, è per una logica di puro consenso, riprovevole ma in fondo a logica propagandistica. La maggioranza che non ha affatto tale problema, come lo sta mettendo in conto capitale il ruolo della vittima? E a che prezzo? In fondo è interessante sapere quello che uno deve pagare per determinate posizioni, esplicite o come in questo caso implicite. Tanti operai o dipendenti che votano centro destra lo sanno in che verso va il codice del lavoro? Non credo, tifano e vanno a lavorare avvelenati, prendendosela con la stampa o i magistrati. A me fanno pena loro (pessimo sentimento) più che il capo del governo. Questa spero non sia istigazione.

  • E’ vero che non si può pretendere che solo chi scrive in rete abbassi i toni. Anche chi scrive sui giornali. E chi dispone di trasmissioni televisive (ho detto trasmissioni, come sempre è più forte chi sta vicino alle cose). E chi aprla con i suddetti e le sudette. La rete, come diceva Nicoletti un paio di giorni fa, è eccellente nel compattare i fronti, motivare i gruppi, rafforzare l’identificazione e le opinioni, un po’ meno (eufemismo) nel far parlare tra di loro i gruppi, le persone, i portatori di opinioni. Forse perchè da l’illusione di farlo ed è ancora più pericolosa e subdola.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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