Quello che succede in Italia arriva in Giappone sulle ali degli sms e della mail.. Come la segnalazione secondo la quale Tg1 e Tg5 non hanno detto una parola sulla manifestazione in favore della libertà di stampa. Fosse vero, alimenterebbe il tasso di falsità e la strategia della disattenzione.
03/10/2009 14:25
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Paura della libertà
03/10/2009 14:25
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Luca De Biase
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Confermo, per il tg1 delle 13.00, ho dovuto seguirlo sino alla fine e mi chiedevo “possibile che non c’è nessuno in quella redazione che si arrabbi almeno un poco?” … a proposito di servizio pubblico, anch’io pago il canone!
sì è pazzesco. E anche fra i blogger italiani la situazione non brilla.
Chi ha potuto ascoltare (e vedere) l’intervento di Minzolini stasera ha l’antonomasia per un trattato di relativismo concettuale. Affermava l’esatto opposto di ciò che è detrattori sostengono, con argomentazioni analoghe, ovvero che c’è la volontà eversiva di regimentare i media. Siamo al parossismo più esasperato. Tutto e la negazione di tutto. Come sia sparito un punto fermo su cui ancorare la realtà, che seppur controversa, ha delle storture macroscopiche se inquadrata con l’ottica della libertà d’espressione. L’argomento della contestazione del canone rai è stato oculatamente accaparrato d’anticipo. E da quel che mi risulta ogni altro argomento che potrebbe esser usato per dimostrare l’abbrobrio è sottoposto alla “definizione della situazione” per politicizzarne al framing.
Chi vorrà sostenere le proprie ragioni della stortura, finché cercherà di impostare l’issue sulla censura farà buchi nell’acqua. Siamo nel caso più evidente di controllo informativo attraverso l’inondazione di versioni contrastanti, altro che censura.
Confermo, sia il tg1 che il tg5 non hanno dato notizia della manifestazione nelle edizioni principali dell’ora di pranzo. Fatto grave data la salienza dell’informazione valutata secondo criteri di notiziabilità come insegnano al primo anno di scienze della comunicazione.
Alla sera la musica cambia, la notizia non si può censurare, Roma bloccata, tra i 100 e i 300 mila i piazza, adesione di tutto il mondo giornalistico, anche dei Cdr Mediaset e dei giornali cattolici Avvenire e Famiglia Cristiana, ma ecco che “Scodinzolini” il giornalista-bodyguard del premier, con un’iniziativa irrituale polemizza dalla sua tribuna con la piazza…fatto gravissimo che come giornalista chiedo all’Ordine di valutare.