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Secondo il Guardian, alcuni potenti osservatori dell’industria internettara stanno cominciando a pensare che gli utenti saranno prima o poi disposti a pagare per i servizi come Facebook e altro.

Secondo una ricerca, anch’essa pubblicata dal Guardian, i ragazzini hanno smesso di scaricare mp3 e sentono la musica attraverso servizi di streaming, molto più comodi.

Per l’industria dei contenuti sono due buone notizie. Che fondamentalmente dipendono dalla maturazione dell’utilizzo della rete.

Inferirne la convinzione che in prospettiva tutti i problemi dei detentori di diritti d’autore saranno risolti, però, è un errore. Perché la rete continua a disintermediare i vecchi business integrati verticalmente, liberando le forze dei singoil autori e aumentando il potere delle grandi piattaforme. Gli editori devono ancora trovare il loro modello in questo scenario. Quelli che riusciranno a rinnovarsi, però, mettendosi al servizio della rete, potranno guardare al futuro in modo molto meno pessimistico di quanto non si trovino a fare ora.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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