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I soldi russi di Facebook (e una curiosità)

Eterna domanda: ma Facebook li vale 10 miliardi di dollari? La compagnia russa Digital Sky Technology ha pagato 200 milioni per l’1,96% di Facebook, implicitamente valutando la società, appunto, 10 miliardi. Ma li vale? (vedi FreshNetworks).

Certo, Facebook ha 200 milioni di utenti (una volta si sarebbe detto che ciascuno di essi è stato valutato 50 dollari). Ma come li genera? Non con la pubblicità: il valore di Facebook non è tanto nella capacità di ospitare pubblicità, anche perché il click through su Facebook è meno di un terzo di quello già basso dei siti medi. La gente sta su Facebook perché è coinvolta nelle sue relazioni e attività e non si fa distrarre dalla pubblicità.

Il fatto è che Facebook sa un sacco di cose dei suoi utenti. E questo ha un enorme valore, potenziale. Può scoprire microgruppi con caratteristiche molto molto precise, con le loro relazioni e i loro interessi. Su questa base si possono fare ricerche sui comportamenti, sulle idee e sui pensieri di gruppi di persone molto mirati. Da qui a dire che se ne può trarre una grande quantità di soldi ci passa la capacità di inventare un modello di business che sia contemporaneamente rispettoso della privacy degli utenti e capace di generare un servizio comprensibile per i clienti.

I russi della Dst sono capitanati da persone che hanno un background molto lungo nell’epoca post-sovietica e si sono arricchiti a partire dalle privatizzazioni degli anni Novanta. I leader dell’azienda sono un fisico e un chimico diventati finanzieri che sarebbe interessante conoscere meglio. (vedi Ceoworld e CrunchBase). Anche per sgombrare, magari, il campo dal sospetto che istintivamente generano i fenomeni che si conoscono poco. Probabilmente sono interessati a vedere come si sviluppa Facebook e immaginano che sia un business davvero destinato a diventare redditizio. Anche perché hanno già altri investimenti in social network nel loro paese e nei paesi vicini. Ma a prima vista non sembrano orientati tanto alla pubblicità, quanto piuttosto alle comunicazioni tra le persone e alle informazioni che le piattaforme che gestiscono le relazioni tra le persone possono generare. La vicenda è tutta da seguire.

(Purtroppo non posso non notare che se uno digita Digital Sky Technology nella search di Google, il motore risponde chiedendo Did you mean Digital Spy Technology) ?!?

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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