Il sistema televisivo italiano è meno che ottimo.
La critica continua è una necessità. Ma a fronte della critica c’è anche la possibilità di cambiare qualcosa. E i cittadini che costruiscono una loro tv, per dar conto a modo loro della realtà che li circonda, sono benemeriti.
Se ne parla allo Iulm, oggi, in occasione di Paesechevai.
C’è da inventare: format, tecnologie di distribuzione, modelli di sostenibilità, inclusione, qualità, connessioni tra le varie iniziative locali, apertura per i giovani.
Insomma un auspicio. C’è da chiedersi com’è che in questo Paese, dove si trovano soldi per finanziare le peggio stronzate, come i libri di Galimberti e di Alberoni (per non parlare della moglie) nessuno metta un po’ di bigliettoni in un’idea così.