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Giardini sociali chiusi

David Recordon osserva che i social network sono oggi organizzati come piattaforme chiuse ma aggiunge che fatalmente dovranno aprirsi. 

E’ un’idea suggestiva perché risponde a una chiara ambiguità della situazione attuale: per ora solo l’etica illuminata del padrone del social network può tranquillizzare gli utenti che si chiedono «di chi è l’informazione che mettiamo online?».
La competizione al metodo Facebook è per ora piuttosto debole. Ma concettualmente non è impossibile immaginare l’emergere di strumenti standard e aperti che svolgano lo stesso lavoro che adesso è svolto da piattaforme proprietarie. D’altra parte Zuckerberg sa di doversi muovere con i piedi di piombo. E continua a sviluppare la sua piattaforma governando con attenzione il processo. Le sue affermazioni e innovazioni sono spesso rivolte a rispondere alla competizione reale o potenziale. Ma se nascesse un sistema per cui i profili personali sono davvero su una piattaforma standard e di pubblico dominio e si potessero connettere a ogni genere di sistema di condivisione, privato o pubblico, qualche problema per le piattaforme totalizzanti potrebbe anche sorgere. Imho.

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  • La speranza di un social network distribuito (o cloud social networking)…
    In un mio post recente – perdona l’autocitazione – riferisco di uno dei tanti progetti per favorire l’interoperabilità tra social network, in via di sviluppo dall’italiana Asemantics insieme ad una società di telecomunicazioni. Link in firma.

  • Alla frase di Luca che dice se nascesse una specie di wikipedia del social networking (SN), toglierei il se perchè le attuali piattaforme proprietarie possono sperare di fare soldi solo con la pubblicità.
    Ma in tempo di crisi c’è ancora spazio per la pubblicità?
    A che serve investire in advertising se la gente ha paura di spendere?
    Certo bisogna continuare a pompare il marchio, per evitare che, tornati i tempi buoni, la gente se ne dimentichi, ma il SN è il mezzo giusto per fare brand awareness?
    E basta questo per tenere in piedi la baracca SN?

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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