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Martedì, 28 ottobre 2008
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Misteri del salvataggio bancario americano
Secondo alcune inchieste di ProPublica i soldi del piano di salvataggio delle banche deciso dal governo di George W. Bush sono gestiti in modo piuttosto arbitrario: 1. Non si sa quali sono i criteri con i quali sono assegnati i soldi. Il governo ha quindi un potere discrezionale molto grande nella gestione di almeno 700 miliardi di dollari. (Da notare che nel frattempo si è scoperto che proprio con i soldi dei contribuenti almeno un'istituzione finanziaria ha continuato a fare lobby a Washington, pagando quello che c'era da pagare). 2. Il governo non dice quali banche hanno preso i soldi. Si sa quello che si legge sui giornali o altre fonti non ufficiali. 3. Pare che alcune banche abbiano usato i soldi del salvataggio per comprare altre banche. Non era questo lo scopo dichiarato del piano di salvataggio.
Aggiornamento: il governo ha dato 125 miliardi a nove banche. E al pubblico un primo report sulle modalità di utilizzo del denaro destinato al megapiano di salvataggio.
4:18:01 PM
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Studenti: giorni di attenzione
Gli studenti continuano la loro contestazione con metodi non-violenti. Nonostante ci sia chi progetta di infiltrare dei provocatori. Se manterranno questa linea, la maggior parte degli italiani saranno con loro.
Perché il loro messaggio è bello. Vogliono una scuola e un'università che funzioni. Non sono difensori dei privilegi e delle inefficienze, tutt'altro. Vogliono un sistema educativo migliore e - per quanto si può comprendere - vogliono studiare.
Inutile fare confronti storici. I contestatori di quarant'anni fa vivevano in un altro mondo. Hanno proposto valori importanti che hanno fatto strada nella storia della cultura italiana. Ma poi si sono persi in pratiche sbagliate: violenza, confronto di potere con le istituzioni scolastiche, demagogia del voto politico. I contestatori di oggi sembrano voler migliorare le istituzioni dell'educazione. Anche perché si aspettano che solo se saranno abbastanza preparati potranno affrontare un futuro molto più incerto di quello che immaginavano i contestatori di quarant'anni fa, nati nel boom economico.
I politici che guardano a tutto questo possono pensare di strumentalizzare la situazione: invece dovrebbero limitarsi a rispettare questi ragazzi, ad ascoltarli e a contribuire per quanto possono a rispondere positivamente alla domanda fondamentale della società che vuole investimenti migliori e più decisi sul miglioramento del sistema educativo italiano.
Gli studenti si parlano. Non sono isolati. Sanno che il pericolo di strumentalizzazione è presente. Hanno persino saputo che c'è il rischio di qualche inflitrazione di provocatori con l'obiettivo di scatenare qualche violenza che consentirebbe la repressione. Speriamo che continuino a parlarsi. E che sappiano che la loro vittoria sarà culturale. Che avranno l'appoggio di tantissime persone in Italia se sapranno dire quello che sperano dal futuro in modo non-violento, come hanno fatto finora. I prossimi giorni saranno piuttosto pericolosi.
11:07:48 AM
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2008
Luca De Biase.
Last update:
1-11-2008; 10:47:31.
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