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Sabato, 11 ottobre 2008
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Aziende tecnologiche nei guai
Per Rafe Needleman, Twitter, MySpace, Second Life, Skype, Pandora, Ask, NetVibes, sono fra le imprese che rischiano di più in questo periodo di crisi. Non hanno ancora un modello di business o non ce l'hanno abbastanza forte.
Mark Zuckerberg dice che la sua Facebook reagirà alla crisi aprendosi e facendo leva sul suo successo in termini di numero di utenti. Ma anche lui sa che non sarà facile.
YouTube lancia programmi da tv normale con pubblicità. Intanto le telco pensano intensamente a come far pagare a YouTube-Google la quantità di banda che i loro contenuti consumano.
La ristrutturazione sarà una scusa per molti a ridefinire strategie e regole del gioco. Anche questo utilizzo della crisi ne porterà le conseguenze molto oltre i suoi confini finanziari specifici.
Le aziende - e i leader - più lungimiranti si vedranno in questo momento di decisioni difficili.
Per affrontare costruttivamente la crisi vuole un insieme di comunicazioni:
1. informazione sincera e trasparente sulle reali condizioni economiche delle aziende
2. dichiarazione sulle misure immediate per affrontarla nel brevissimo termine
3. elaborazione di una strategia di lungo termine per condividere la visione.
Chi si limita a una sola di queste comunicazioni perde un'occasione per conquistare credibilità.
9:16:48 AM  ;
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Ambiente di crisi
Il Sole 24 Ore - versione cartacea - riporta la richiesta degli industriali italiani e tedeschi alle autorità di Bruxelles di rallentare il processo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica perché costerebbe troppo in tempi di crisi. Si rischia la delocalizzazione verso paesi con regole meno lungimiranti in materia ambientale, pare che sostengano. Secondo il mio modesto parere, è un errore. Se in Europa vogliamo uscire da questa crisi dobbiamo investire sul miglioramento della qualità della vita e della produzione (è questa la nostra specifica chance): all'uscita dalla crisi le risorse andranno dove ci sono opportunità di vita migliori. Imho.
9:00:57 AM ;
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Bolla e sobrietà
Loic Le Meur annuncia con il cuore gonfio 7 licenziamenti a Seesmic. Michael Arrington ne prevede molti altri nell'industria delle tecnologie. E critica con parole molto dure i ragazzi dall'aspetto privilegiato che festeggiano - apparentemente con i soldi delle loro aziende del mondo web - in un video preso a Cipro come se niente fosse.
Le differenze tra questa bolla scoppiata e la precedente? Si deve partire prima di tutto da una «non differenza»: in entrambi i casi la bolla è finanziaria, non tecnologica. In entrambi i casi è stato il modo di funzionare della finanza a causare le bolle. Ma nella bolla precedente, la finanza aveva concentrato la raccolta sul metodo di offrire ai risparmiatori le azioni delle aziende tecnologiche e la botta era stata mollata direttamente ai risparmiatori. Questa volta, la finanza ha costruito il suo castello di carte su se stessa e ha danneggiato le persone che vivono nell'economia reale indirettamente causando il blocco del credito che a sua volta conduce al crollo di borsa, ai licenziamenti e all'incertezza sugli investimenti. La bolla dei titoli internet più recente è stata basata sulle acquisizioni di start up da parte di grosse aziende a prezzi assurdamente elevati, ma non necessariamente sul loro collocamento in borsa. L'antropologia del denaro facile non è molto diversa: era diverso il modo in cui lo si fa pagare alla gente normale.
Con questa seconda lezione deve finire proprio la mentalità del denaro facile. Vale di più l'idea e il lavoro che la quantità di soldi che ne deriva. Questi a loro volta devono essere usati per costruire non per fare spettacolo di ricchezza: uno spettacolo che ha un sapore ideologico e un animo insensibile. Lo spettacolo del denaro facile è futile. E sostanzialmente dannoso.
La sobrietà non è rinuncia: è la premessa di una cultura che riesce finalmente a valutare quello che veramente conta. E a trattare il denaro come uno strumento. Niente di più.
8:46:00 AM ;
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2008
Luca De Biase.
Last update:
1-11-2008; 10:47:12.
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