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Giovedì, 23 ottobre 2008
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Notoriamente misterioso. Bill Gates ha una nuova azienda
L'ossimoro è obbligato. Se Bill Gates adesso lavora a una nuova impresa, chiamata a quanto pare bgC3, è bizzarro definirla «misteriosa» e poi darne notizia su internet come fa TechFlash.
Sta di fatto che Gates si è organizzato una terza struttura, dopo la Microsoft e la Fondazione, per poter coordinare i suoi sforzi nella ricerca di novità nel campo della scienza e della tecnologia.
I documenti depositati per definire il marchio offrono queste indicazioni sull'attività della bg3G: un
think tank che si occupa in generale di «scientific and technological services,» «industrial analysis and research,» e «design and development of
computer hardware and software.»
Vedremo che cosa ne viene fuori.
9:26:26 AM
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Traquillità dopo la tempesta
All'aeroporto di Cagliari tutto tranquillo. Dopo la tempesta di ieri. Una popolazione che si risveglia con un territorio da rimettere a posto. Soffrendo per chi è stato travolto dalla piena.
9:17:28 AM
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Studenti di strategia
La durezza dello scontro sulla scuola e l'università discende dalla visione del futuro della scuola e dell'università.
Tatticamente, il governo ha un vantaggio: se lo scontro si fa più duro ha la possibilità di mostrare i suoi muscoli polizieschi; se gli studenti arretrano ha la possibilità di cantare vittoria.
Ma strategicamente gli studenti e le persone che hanno a cuore il centro nevralgico del nostro futuro, la scuola e l'università, hanno la possibilità di raccontare la loro visione dei fatti. Come faranno?
In un'ottica di lungo termine, in effetti, le azioni del governo sembrano sottendere un pensiero secondo il quale il sistema educativo è un costo per il sistema pubblico e un'opportunità per il sistema privato. Ma un pensiero di opposizione può sostenere esattamente l'opposto. Quale visione potrà prevalere?
Tra le opposte visioni, non potrà certo vincere quella che non tiene conto dei fatti e delle preoccupazioni delle famiglie italiane. Se si difendono tutte le operazioni del governo, senza ammettere che implicano anche sacrifici gravi e senza dare una visione del futuro, si lascia che la paura della privatizzazione selvaggia e surrettizia della scuola diventi prevalente. Se si criticano tutte le azioni del governo in modo pregiudiziale, non si riesce a dare un racconto credibile della situazione.
E' importante ammettere che la scuola è sulla frontiera dell'integrazione sociale, che l'università è il luogo della mobilità geografica e dell'attrazione dei talenti. Chi insegna non può avere un ruolo sociale sempre più svalutato. Chi impara non può vivere nell'attesa di un incerto futuro. E' fondamentale trovare il modo di prendere consapevolezza del valore decisivo prodotto dalla scuola e dall'università nell'epoca della conoscenza. La crisi di fondo della quale gli scontri di questi giorni sono un aspetto non si supera in modo costruttivo senza l'elaborazione di una visione strategica del sistema educativo, esplicita e discussa seriamente nella società. Non c'è un'attività comune più importante. Risolverla a colpi di slogan, muscoli, manovre di comunicazione politica, è un tradimento.
Ma soprattutto c'è una questione di metodo. La scuola è il luogo nel quale si apprendono i fondamenti della convivenza pacifica e civile. Forse l'aspetto più importante per dare un messaggio coerente e per raccontare una visione credibile della scuola è manifestare in modo non-violento. Se si continuerà a farlo, gli italiani sapranno vedere chi ha davvero a cuore le sorti della scuola e della società. Perché «il fine è nei mezzi come l'albero nel seme».
9:15:06 AM
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2008
Luca De Biase.
Last update:
1-11-2008; 10:47:25.
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