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Mercoledì, 8 ottobre 2008
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Crisi di fiducia
La crisi impone una riflessione sul valore decisivo di beni comuni come la fiducia, il consenso sulle regole, la trasparenza delle informazioni.
Chi si ferma a lanciare messaggi sulla necessità di credere che non ci siano problemi, in realtà li alimenta. Chi si assume le proprie responsabilità e spiega con trasparenza i propri guai dà la testimonianza giusta, ma se le sue parole sono lette male, rischia di alimentare la paura. Risultato: c'è una paralisi della verità.
Occorre un pensiero sintetico che spieghi lo stato dei fatti, indichi le misure immediate e convinca sulla strategia di riforma del sistema.
Compito difficile. Difficilissimo. Quindi molti errori degli uomini potenti sono oggi comprensibili. Ma non giustificabili. Per questo la critica costruttiva va sostenuta (vedi Carlo Bastasin, sul Sole di oggi). Occorre maturare in fretta la capacità di assolvere quel compito difficilissimo. Perché gli errori che commcttiamo oggi si pagheranno per lungo tempo. Ma da questa crisi possiamo uscire migliori di come ci siamo entrati.
11:45:47 AM  ;
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La narrazione del futuro
Abbiamo bisogno di una narrazione del percorso che possiamo intraprendere. Siamo schiacciati da un iperpresente che sembra insuperabile. Che ci impedisce di vedere il futuro come qualcosa da sognare, progettare, realizzare.
Se della storia non si butta mai niente non si va avanti. La storia recente ci ha invaso la vita quotidiana con un insieme di meccanismi superumani, come la finanza speculativa, che ha introdotto il mito della crescita indefinita dei mezzi materiali, trasformando quei mezzi in finalità.
L'effetto collaterale è stato quello di fare apparire ogni discussione sullo scopo della vita come un esercizio irrealistico e velleitario. Il che ha contagiato larga parte della discussione pubblica e dell'informazione.
Non bisogna buttare via la consapevolezza che ne abbiamo adesso. Ma quella cultura del cinismo nei confronti dell'utopia e della bellezza, legata all'idea che in fondo siano i mezzi e non i fini a contare, quella cultura si può buttare.
Beppe ha fatto un ottimo lavoro in proposito. E ci ha messo il cuore, come sempre.
Il suo messaggio sulla sostenibilità è un buon punto di partenza. Che cosa possiamo dire ai nostri figli? In che cosa possiamo vedere un percorso di progresso? Un tempo era l'arricchimento e l'aumento dei consumi a parlare per tutti. Oggi è la sostenibilità, la qualità della vita, l'intelligenza, la sensibilità, le relazioni di collaborazione con le altre persone.
Il problema è che il potere e la ricchezza si misurano e si vedono. Sulla qualità è più difficile mettersi d'accordo. Ma abbiamo gli strumenti per contribuire a farlo. E quelli che mancano li possiamo inventare. Il primo punto però è ricominciare a sottoporre l'uso degli strumenti a una discussione vera sullo scopo che abbiamo nell'usarli.
Ma attenzione. Non sono destinate a emergere risposte facili. Le idelogie non convincono fino in fondo. Una buona parte del problema sarà proprio dedicata a identificare un metodo di discussione e di azione sensato.
Il rinnovamento della narrazione della visione del futuro e l'ascolto delle conseguenze dell'azione, per questo e altri motivi, sono - e diventeranno ancora di più - funzioni strategiche di ogni convivenza.
11:32:58 AM ;
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2008
Luca De Biase.
Last update:
1-11-2008; 10:47:09.
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