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Sabato, 18 ottobre 2008
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Felicità che cade
Ieri, Graziano Martignoni, un grande, ha raccontato - e non tento di riassumerla - la sua visione della felicità. Attimi, certo. Ma ciascuno con una storia. E il momento che più gli interessa è il momento in cui la felicità, come suggerisce Rilke, cade. Perché si può essere tristi e, insieme, felici. Si può vedere in un attimo cambiare una vita. E si può leggere la felicità nel corpo e nelle sue relazioni con ciò che sente: tentando, lui psicanalista dal volto umano, di mettere in ordine l'equilibrio tra il corpo e l'anima. In fondo, dice Martignoni: «La felicità è un messaggio».
ps. Ecco gli ultimi versi delle elegie Duinesi di Rilke:
Ma
se svegliassero in noi una parabola, i morti per sempre, vedi, indicherebbero, forse gli amenti degli spogli
avellani, penduli, oppure intenderebbero la pioggia
che sullo scuro terriccio cade in primavera.
E
noi, che pensiamo alla felicità ascendente, saremmo commossi e quasi sconvolti quando cade una
cosa felice.
(Una pagina molto sentita da Alberto Teodori).
8:02:21 PM
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Strategia politica di lungo termine
La presente amministrazione italiana si sta definendo per un metodo di comunicazione delle decisioni straordinariamente efficace e per obiettivi orientati a ristrutturare la società italiana in un'ottica di lungo termine. Non a caso anche le sue decisioni più controverse sono molto importanti per il lungo termine: l'ambiente e il sistema educativo e di ricerca. L'obiettivo implicito sembra essere un riorientamento dell'impegno pubblico in chiave anti-mercatista in economia e anti-statalista sui temi educativi e ambientali. Il tutto condito con messaggi rassicuranti.
Per ora sembra funzionare dal punto di vista della gestione del potere.
Mi pare che i problemi stiano emergendo proprio sul terreno nel quale la coalizione di governo trae la sua maggiore forza, il livello territoriale e le amministrazioni locali. Queste sono messe in difficoltà dalle novità fiscali e dalle nuove norme che riducono il personale non stabilizzato. Dovessero queste difficoltà connettersi alle proteste sulle riforme relative alla scuola e all'ambiente, la coalizione potrebbe incontrare qualche problema di tenuta. Ma per ora questa connessione non sembra in atto.
10:33:40 AM
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Che razza di sondaggi
Il timore - già precedentemente segnalato - che i sondaggi pre-elettorali in America non riescano a scovare i pregiudizi contro un candidato dalla pelle nera ha un nome: Bradley Effect. Il fenomeno è noto ed è stato studiato. Naturalmente si tratta solo di un'interpretazione, secondo la quale gli intervistati non si esprimono sinceramente quando pensano che le risposte sincere sarebbero socialmente condannabili.
10:17:21 AM
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L'articolo perduto: innovage
Quest'estate la rivista Illywords mi ha chiesto un articolo a partire da una parola alla quale avrebbe dedicato un numero: innovage. L'ho scritto e inviato. La rivista è poi uscita. Ma per un errore il mio articolo non c'era. Sarà proposto sul sito della rivista. Intanto, ho la possibilità di pubblicarlo anche qui.
Ed ecco dunque l'ennesima nuova parola: "innovage", innovazione e
vintage. Non per nulla nascono tante parole nuove, in questo periodo
storico che da molti punti di vista - ambientali, sociali, economici,
culturali - appare come una grande trasformazione epocale: forse
abbiamo l'impressione che, in mezzo a tanta innovazione, stiano
effettivamente nascendo angoli di realtà che hanno bisogno di essere
nominati; in qualche caso, peraltro, tentiamo di forzare questa
impressione, producendo nuove parole prima che esistano le realtà che
dovrebbero designare. E dunque, che cos'è l'"innovage": una nuova
realtà o semplicemente una nuova parola? E' già un fatto economico o
ancora una visione? Avrà successo?
Il tema non è di poco conto: il racconto dell'innovazione è parte
integrante dell'innovazione stessa. Nell'economia della conoscenza, una
locuzione che usiamo in mancanza di meglio per definire quest'epoca
post-industriale, il valore si concentra sulle idee. Il prodotto vale
se contiene gusto, informazione, senso. Dunque, anche, se contiene
memoria. E se quel contenuto viene compreso dal pubblico che dovrebbe
farlo proprio. Perché la dinamica delle idee è, soprattutto, nella
relazione tra le persone che le esprimono e le connettono a quelle
degli altri, i quali a loro volta le riconoscono come affini o
confrontabili alle proprie. Per questo, esiste un rapporto
estetizzante, e di grande valore, tra gli oggetti che vengono declinati
al futuro e quelli che ricordano le esperienze passate di gruppi di
persone che vi si riconoscono.
Ma questo non è tutto. E non può essere tutto. Almeno per chi si
occupa di innovazione. Il vintage può essere una moda, cioè può essere
un carattere che aggiunge valore per un breve periodo di tempo. Se il
vintage fosse semplicemente il ritorno di fiamma del ricordo di un
periodo storico passato fossilizzato nelle forme di oggetti prodotti
appunto in quel periodo passato, il suo apporto innovativo sarebbe
destinato a durare il tempo di una moda. Ma le idee non vivono di sole
mode. Ci sono strutture culturali profonde che vanno richiamate per
poter comprendere come le novità diventano innovazioni. Del resto, la
nozione di "innovage", che in quanto nasce appunto dall'unione di
innovazione e vintage potrebbe apparire come un concetto modaiolo,
richiama contemporaneamente l'idea di "era dell'innovazione"
(innovation age), sicché può servire a suggerire anche fenomeni di
cambiamento più profondi e strutturali. Questa potrebbe essere la
strada per il successo di questo neologismo: il passato e il futuro
devono incontrarsi, prima o poi...
Perché? Perché l'adozione di una novità da parte di un insieme di
persone, dunque il suo successo, è il frutto di un intreccio di
fenomeni che non si concentra soltanto sul messaggio contenuto in un
oggetto, ma che si allarga alla fonte di quel messaggio, alla sua
credibilità, alla sua storia passata, al modo in cui racconta la sua
storia futura. Se un'azienda propone una novità, lo deve fare in una
forma comprensibile, credibile e capace di essere riconosciuta. Ed è
questo che sostanzia il valore di un marchio.
Avviene, insomma, che l'azienda che lancia un'idea sia chiamata a
dimostrare di poterlo fare in modo credibile. Possedere quella
credibilità è a sua volta un valore: avere una storia di idee
comprensibili, sincere, veritiere, è avere una tradizione. Il cui
riflesso monetario può essere solo in parte registrato in bilancio. Ci
sono beni il cui valore dipende profondamente da queste considerazioni.
E non è un caso che gli economisti li chiamino "beni esperienza": non
se ne apprezza il valore se non dopo averli consumati; e dunque li si
consuma non in base al loro valore ma all'esperienza che dimostra come
in passato l'azienda che li propone abbia mantenuto il valore promesso.
A sua volta, quell'azienda trae una parte sostanziale della sua
credibilità dal contesto storico, geografico e culturale dal quale ha
origine la sua storia. L'ecosistema delle idee che forma questo
contesto è una realtà ricca della sua storia ma, come ogni ecosistema,
facilmente inquinabile di pessime idee e di cattivi pensieri. Per
questa ragione, nell'epoca della conoscenza, un'azienda dovrebbe tenere
alla qualità del contesto culturale nel quale opera tanto quanto tiene
alla qualità dei suoi prodotti.
La complessità di un'innovazione è dunque nell'insieme inscindibile
dell'epressione di chi la propone, del senso che gli altri vi
riconoscono, del contesto che la valorizza. Lungi dall'essere un mero
fenomeno tecnologico, l'innovazione e sempre di più un fenomeno
culturale. Nel quale il racconto è elemento essenziale. Un prodotto che
racconti se stesso, la storia di chi la propone e del luogo dal quale
proviene, in modo comprensibile e sincero, può aspirare a diventare
un'innovazione. Altrimenti rischia di aggiungere rumore al rumore delle
novità fini a se stesse.
Innovage è dunque una visione che si trasforma in una sintesi.
L'aspirazione a tenere insieme l'urgente bisogno di rinnovamento e il
suo significato. Come avveniva al tempo in cui nasceva la Moka Bialetti
e la Vespa, oggi oggetti cult del vintage, un tempo innovazioni.
Definisce una realtà di lunga durata nella sostanza e in costante
trasformazione nella forma: il momento storico che genera il classico.
10:09:16 AM
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2008
Luca De Biase.
Last update:
1-11-2008; 10:47:20.
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