Come si osservava nel post dell’altro giorno, la scorsa settimana sono uscite molte norme o proposte di norme molto controverse che riguardano internet. E il post si concludeva con la proposta di “valutazione di impatto digitale”. Che cosa vuol dire?
Essenzialmente, la web-tax, l’aumento dell’equo compenso, gli sgravi fiscali sui libri purché non digitali, le decisioni Agcom sul copyright, sono stati pensati per risolvere problemi importanti, come l’elusione fiscale e la salvaguardia del diritto d’autore. Ma hanno anche effetti collaterali. E’ possibile che gli effetti collaterali siano incoerenti con gli obiettivi che quelle misure perseguono? La discussione va avanti e in effetti quello che esce in molti blog è importante.
La proposta che facevo, sulla “valutazione di impatto digitale”, dovrebbe servire a tener conto in modo strutturale di considerazioni importanti prima di prendere una decisione che riguarda internet.
Le leggi che riguardano internet devono tener conto di tutti i loro effetti e non solo quelli diretti. Perché internet è come l’ecosistema nel quale tutti gli elementi sono collegati con tutti gli altri e le decisioni in un settore hanno effetti collaterali spesso controintuitivi.
Obbligare all’iva italiana gli italiani che comprano servizi online, rischia di mettere in difficoltà i nostri esportatori? Considerare il link come una sorta di sfruttamento del copyright altrui rischia di rendere meno rilevanti le opere soggette a copyright? L’instabilità normativa e la diversità della legge italiana rispetto agli altri paesi riduce la tranquillità di chi dovrebbe decidere di investire in Italia?
I problemi come l’elusione fiscale e la pirateria sono molto gravi e vanno risolti. Ma secondo molti osservatori non possono essere risolti da un solo paese, per giunta un paese arretrato. Andrebbero affrontati a livello almeno europeo.
Qualsiasi norma che riguardi internet dovrebbe essere pensata come si pensa una regola che riguarda l’ambiente. E come per l’ecosistema si fa la “valutazione di impatto ambientale”, per le norme su internet si dovrebbe prevedere una “valutazione di impatto digitale”. Cioè rispondere a domande di questo tipo:
1. persegue un obiettivo che si può raggiungere cambiando la regola solo in Italia oppure ha una dimensione internazionale?
2. le sue conseguenze dirette sono più grandi o più piccole dei suoi effetti collaterali?
3. le sue conseguenze dirette vanno nella stessa direzione dei suoi effetti collaterali?
4. tiene conto di tutti gli stakeholder o solo di quelli che si fanno sentire con voce più grossa?
5. migliora la vita dei cittadini, rende più chiaro il diritto, rende più difficile l’accesso e lo scambio delle conoscenze?
E’ la logica della governance multistakeholder che caratterizza le migliori decisioni che riguardano internet. E che può essere implementata con un buon sistema di consultazioni, oltre che ricorrendo a comitati di esperti indipendenti.
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