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Sulla strada di quegli 80mila ragazzi che cercano: da X Factor a internet

Francesco Merlo, su Repubblica, oggi racconta degli 80mila ragazzi che cercano la loro strada con X Factor. Vogliono esprimersi, vogliono un lavoro, vogliono che sia il “loro” lavoro, vogliono il successo, vogliono passare al vaglio di un sistema di selezione leale che fa vincere i più bravi. È un buon segno per quanto li riguarda.

Sarebbe del tutto sensato che, con la stessa mentalità, altrettanti ragazzi cercassero la loro strada in altri campi. Come per esempio il lancio di nuove imprese internettiane. Non c’è poi tutta questa differenza: nell’arte e nella rete occorre “saper fare”, conoscere gli strumenti, avere un atteggiamento orientato al merito, pensare in termini di “design” e puntare a “farsi adottare” dal pubblico.

L’equivalente di X Factor per chi lancia una startup internettiana italiana è forse quello che abbiamo visto negli ultimi tempi, con i casi di Glancee e Jobrapido: il successo è avere un servizio che il pubblico adotta e che diventa un vero business. In molti casi si finisce per vendere all’estero perché le grandi aziende italiane faticano ancora a vedere queste acquisizioni come un modo per innovare le loro attività. Occorre più informazione e una maggiore chiarezza sul percorso che si può compiere per giocare a questo gioco. Ma non c’è niente che impedisca di pensare alla via internettiana come a una possibile alternativa e integrazione al sogno creativo di tanti ragazzi italiani. È un’ipotesi, ma è anche semplicemente una prospettiva che si vede se si è preparati a vederla.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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