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Dove ti porta il Quora

Heather Whaling propone un approccio aziendale e “pr” a Quora. Con indicazioni di buon senso per gente che debba comunicare anche attraverso il nuovo servizio di domande e risposte.

La conoscenza dei media sociali diventa sempre più chiaramente un piccolo, grande vantaggio per le aziende che vi si dedichino. E si va comprendendo che gli obiettivi che le aziende possono perseguire con questi strumenti richiedono pazienza e consapevolezza dell’importanza dei dettagli. Non sono tanto piattaforme per fiammate di comunicazione quanto strumenti per costruire relazioni di medio termine con gli interlocutori che si pensa possano essere rilevanti.
Interessante, in particolare, per Quora, la porta che si apre per contributi più lunghi e articolati di quelli che prevalgono nelle abitudini che si sono sviluppate su Twitter e Facebook.
Intanto, la conoscenza delle dinamiche nei social network si comincia ad avvalere di rilevazioni statistiche piuttosto profonde sul comportamento degli utenti. Due ricercatori di Stanford, Jure Leskovec e Jaewon Yang, tentano di riconoscere i modelli di reazione delle persone che stanno su Twitter all’uscita delle notizie con l’obiettivo di imparare a prevedere la quantità di attenzione che le notizie riusciranno a ottenere in rete.
Le loro analisi sono confermate da Ilya Grigorik, di PostRank, che aggiunge un dato: il 50% delle reazioni alle notizie avviene nella prima ora dalla pubblicazione, l’80% delle reazioni avviene nelle prime 24 ore dalla pubblicazione. Non stupisce, forse, ma è un dato confermato da tre anni di rilevazioni. E dimostra che nuove metriche per la valutazione dell’impatto delle notizie e delle informazioni che circolano in rete sono possibili e prossime.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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