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iAd vuole il 48% della pubblicità mobile

Steve Jobs dice che iAd conquisterà il 48% del mercato della pubblicità mobile degli Stati Uniti. “Abbiamo inserzionisti che si sono impegnati per 60 milioni di dollari” dice Jobs. Effettivamente il “target” è interessantissimo. Ma è soprattutto interessante come iAd cambierà il modo di fare la pubblicità. Attivando nuova creatività.

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Stats apps

Le applicazioni sono un mercato in espansione. Stanno avvalorando l’idea di una divisione dell’internet mobile in settori separati da sistemi operativi non compatibili: Apple, Google, Nokia, Facebook… Di fatto, sotto a quello resta l’unità del web. E alla fine quello dovrebbe e potrebbe prevalere.
Ma quali sono le apps più scaricate? In generale al top c’è proprio Facebook, su tutte le piattaforme. Questi e altri dati.
Sorprende poi che la maggior parte delle apps di Facebook siano scaricate dal pubblico femminile. Demografia apps e altri dati.

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I don’t “like”

Migliaia di siti hanno aggiunto la funzione “like” che connette a Facebook e fa cose. Se ne discute in termini più ampi di privacy e influenza di Facebook sul web. Ma l’assurdo è che spesso non funziona. Pare che la stiano aggiustando. (Mashable)

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Faceback update

Per ora non si vedono particolari aggiornamenti nella privacy su Facebook. Intanto, qualcuno dice che è fallito il “quit facebook day“. Non sappiamo peraltro quanti, tra quelli che non lo hanno lasciato, stanno diventando meno attivi su Facebook. E non sappiamo se il comportamento diventa progressivamente più attento alla privacy, cioè orientato a pubblicare – giustamente – solo quello che può essere in qualche modo pubblico.

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iPed, APad, e altri tarocchi

Un servizio, giapponese, parla di iPad tarocchi. Anche per gli italiani che non conoscono la lingua nipponica il servizio è facilmente comprensibile. Non solo perché aipaddo e intelnetto sono parole internazionali… Ma anche perché siamo vecchi maestri dei tarocchi…
Grazie a Umberto Basso per la segnalazione.

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L’arretratezza della pubblicità digitale

Il Washington Post propone un pezzo sull’arretratezza della pubblicità digitale. In effetti, con la quantità di attenzione e di tempo che la rete ormai attrae è strano che ci sia ancora così tanta differenza tra i valori assoluti della pubblicità digitale e quella che va in tv. Non che ci sia materia per dire che dovrebbero pareggiarsi, ma non dovrebbero essere tanto differenti. Da un lato, bisogna dire che la scarsità di spazio in tv e nei media tradizionali non c’è online e questo non può che far scendere il prezzo della pubblicità online. Ma dall’altro è possibile che...

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La fabbrica dell’attenzione

Livia Blackburne studia Brain and Cognitive Sciences al Mit. E in questo post spiega come si cattura e mantiene l’attenzione:

1. sorprendi i lettori con un fatto o un dato inaspettato
2. crea un contesto per cui i lettori sentano empatia
3. definisci un mistero

“The more I think about it it, the clearer it becomes
that fiction and nonfiction hook their readers in fundamentally the
same way. It’s all about providing a bit of context to make the reader
care and introducing a mystery to keep her hooked.”

via GG

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Pubblicità mobile: Google e Apple

Google compra AdMob. E risponde all’acquisizione di Quattro Wireless da parte di Apple. La creatività nella pubblicità online e mobile è destinata a cambiare. Dall’autunno, quando l’iPad sarà multitasking, la battaglia sarà davvero interessante.

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Editori di se stessi sull’iPad

La Apple ha messo a punto il servizio attraverso il quale gli autori di libri possono mettere in vendita le loro opere direttamente su iBookstore. (Maclife)
Le opere vanno scritte in ePub. Devono avere un codice Isbn. E vanno create su un Mac. Per venderle, o regalarle, per ora, occorre essere contribuenti del fisco americano. Non tutto facile per il resto del mondo… Il tema va seguito con attenzione.
update: se hai scritto apps non ti accettano come scrittore di libri, dice Gewirtz. Devi cambiare account…

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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