Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Sabato, 16 febbraio 2008
 

Un'idea di Giuseppe Granieri

Giuseppe Granieri osserva che per aggregare le discussioni, per esempio quelle di politica, si potrebbe usare Twitter. Mi pare una buona idea. Perché fondamentalmente dipende da un accordo pratico nel pubblico attivo. Senza particolari difficoltà di piattaforma (chi la fa, di chi è, perché la fa...). In generale, infatti, mi pare che una soluzione per l'agenda setting, almeno per quanto riguarda l'"informazione di mutuo soccorso" sia nell'emergere di nuovi strumenti per i comportamenti comuni che favoriscono la partecipazione alle conversazioni: già oggi molte cose del genere si fanno (tipo ovviamente linkare i post degli altri nei blog). In questo modo nessuno controlla nessuno e si cerca semplicemente di usare nel modo più comodo possibile la nostra rete.

Intanto Dario Salvelli segnala un interessante rapporto dell'Onu.


7:58:18 PM    comment [];

Pd: programma sui programmi

Nel programma del Pd, l'ultimo dei dodici punti è sui media. Banda larga per tutti e tv di qualità. Quasi tutte le indicazioni sono relative alle regole con le quali si gestiscono le piattaforme mediatiche e si incentiva la direzione del loro sviluppo. In parte contando sul mercato, in parte correggendo il mercato. La teoria è giusta: agire principalmente sulle regole che governano le piattaforme, non per controllarle ma per incentivare le dinamiche del caos creativo, in modo da favorire l'emergere di fenomeni di innovazione, equità, iniziativa, varietà, libertà, qualità. Ma qualcosa va precisato.

Si punta sul mercato quando si introducono regole che aumentano la concorrenza:
1. Superamento del duopolio distribuendo meglio lo spettro delle frequenze nel passaggio al digitale terrestre.
Si corregge il mercato quando si introducono regole per il servizio universale:
2. Internet in banda larga per tutti ovunque.
Da precisare la logica delle altre due innovazioni:
3. Autonomia della Rai dai partiti con l'istituzione di una fondazione alla quale conferire la proprietà della tv di stato. (Quale sarà la forma della governance della fondazione? E soprattutto quale sarà il suo statuto? Chi ne controlla la corretta applicazione?)
4. Finanziamento di programmi di qualità con un fondo derivante dai ricavi pubblicitari. (Vale solo per la Rai o per tutte le tv? Chi valuta la qualità? Quanto si destina a questo scopo?)

Il dubbio che suscita il punto numero 4 è il più grande. E' sacrosanto incentivare la qualità. Ma per la Rai, forse, basterebbe farlo regolando in modo accorto la fondazione. Il fondo per i programmi di qualità è una bella idea ma può funzionare solo se non è gestito come finanziamento ai programmi e a chi li produce, ma è pensato come un metodo incentivante nel quadro di un sistema di regole trasparente. Anche qui deve prevalere la logica della piattaforma: altrimenti avremo la qualità di sinistra e quella di destra e ci ritroveremo a discutere all'infinito. Non intendo suggerire una soluzione: vorrei sentirla da chi ha proposto questo punto del programma sui programmi.


7:41:40 PM    comment [];

La pubblicità non basta
Appunti e ipotesi assolutamente preliminari


La gente sui social network principali, come MySpace e Facebook, tende a cliccare poco sulle inserzioni pubblicitarie. Anche se sono uno dei generi internettari che cresce di più al momento in termini di utenti, i social network non sono uno strumento di promozione commerciale particolarmente efficace. Secondo BusinessWeek, le inserzioni sui social network sono cliccate 4 volte su 10mila, contro una media generale di 20 volte su 10mila.

Perché? I social network sono il futuro della posta elettronica. Non sono i futuro dei siti commerciali. Sono più strumenti di comunicazione tra persone che luoghi pubblici orientati alle relazioni monetarie. E se questo è vero c'è da aspettarsi che si svilupperanno più come avviene nell'economia del software che come avviene nell'economia dei media.

Ma è chiaro che c'è dell'altro. Un'intera economia dell'apparente low cost è nata intorno all'idea che la pubblicità ripagherà degli investimenti necessari a generare prodotti e servizi che si sono finora pagati in altro modo. Ma perché questo avvenga, se non cambiano le logiche, la pubblicità online deve crescere molto e per molto tempo. E non è detto che questo avvenga sui servizi che le persone considerano particolarmente personali. Cioè quelli che su internet attualmente crescono di più.

Che cosa significa "se non cambiano le logiche"?

La pubblicità continuerà a crescere per un bel pezzo. Potrà servire sui siti che si adattano alle logiche della pubblicità: il che significa siti che accettano di fare qualunque cosa pur di attrarre l'attenzione. Oppure potrà servire alla pubblicità che si adatta alle logiche del pubblico attivo: il che significa pubblicità al servizio delle persone. Nel primo caso ci sono più soldi e meno qualità. Nel secondo caso c'è più qualità e meno soldi. Fino a che, appunto, non cambiano le logiche.

Il cambiamento delle logiche potrebbe essere fondato su questi sviluppi del tutto ipotetici:
1. Tutta la pubblicità tradizionale incontra un limite nell'attenzione sempre più dispersa delle persone che navigano nella coda lunga. E questo impatta anche sulla pubblicità televisiva. La cui crisi spinge a cercare di innovare profondamente il sistema.
2. I sistemi di informazione tradizionale trovano il modo di farsi sostenenre dal pubblico per i loro contenuti non di farsi pagare dai pubblicitari per l'attenzione che riescono a conquistare.
3. Le donazioni prendono il posto dei pagamenti per tutto ciò che nei media svolge un servizio vero al pubblico e garantisce una coerenza in tal senso nel tempo con i fatti.
4. Le aziende comprendono che il valore non deriva dal convincere i consumatori a comprare ciò di cui non hanno bisogno, ma aggiungono servizio, cultura, qualità ai loro prodotti. E a quel punto la pubblicità ritorna legittima.
5. Il pubblico attivo espande le forme di auto-organizzazione coprendo anche luoghi della vita quotidiana che prima erano completamente demandati alle relazioni commerciali.

Non saranno passaggi privi di conflitti e di difficoltà. Forse non avverranno mai. Ma sono importanti. Perché ne va dell'informazione di servizio per il pubblico, della qualità delle comunicazioni tra le persone, dei diritti della cosa pubblica, della qualità culturale e della sostenibilità sociale dello sviluppo.


12:22:39 PM    comment [];


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