Luca De Biase An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
Plus news about media and cultures.
Più che un'idea distorta di bellezza, questo video mostra un'ennesima forma di virtualizzazione della realtà. La realtà distorta dalla manipolazione televisiva e pubblicitaria è più virtuale di Second Life...
Già. E qui si tratta - letteralmente - di manipolazione... Un piccolo esempio di estetica del photoshop.
Ieri sera ho visto Daniel Kahneman, a Genova, al festival della Scienza. Un intellettuale fino. Da qualche tempo lo leggo e cerco di comprendere quello che significa la sua opera. La sala del Maggior Consiglio, a Palazzo Ducale, era piena. Matteo Morcellini, che insegna a Milano, ha presentato l'economista e psicologo, premio Nobel.
Al centro l'idea che la nozione di razionalità pensata dagli economisti tradizionali, quella secondo la quale ciascun uomo economico al momento di fare qualunque scelta "calcola" costantemente il proprio massimo vantaggio, è irrealistica. Tutte le persone, invece, commettono continuamente errori: ma lo fanno in modo sistematico. "C'è un metodo nella stupidità umana", ha detto Morcellini.
Kahneman ha riassunto le sue teorie. In pratica, di solito si decide in base all'intuizione. Cioè, alla prima possibilità che viene in mente, dato il contesto nel quale ci si trova. Solo raramente si controlla il risultato della scelta operata in base a un ragionamento più strutturato. Questo significa che spesso si commettono errori, nel senso che non si prende la decisione che massimizza il proprio vantaggio. Gli esempi sono innumerevoli. Di certo la pubblicità influenza molto l'intuizione: anzi è fatta apposta per conquistare ai prodotti pubblicizzati quella condizione favorevole sul mercato che deriva dal fatto che vengono in mente prima degli altri. E tutti i frame influiscono: si guarda più alla propria condizione rispetto ai vicini che rispetto all'insieme della società; si giudica l'ultimo periodo di un'esperienza più che l'insieme di quell'esperienza... Insomma, la razionalità ideale degli economisti tradizionali non esiste nella realtà. E con essa cadono alcune delle convinzioni fondamentali dell'economia tradizionale: per esempio quella secondo la quale in condizioni di concorrenza perfetta si ha la migliore allocazione delle risorse possibile... quelle condizioni non esistono mai e se non esistono mai non possono fondare una politica... Lo statalismo, l'iperliberismo, sono ideologie e non risultato di analisi... Questo smaschera Kahneman. Ma qui non ci si ferma: da qui si riparte. Con in testa un'idea di libertà, di equità, di eccellenza...
E' la ricerca di una nuova cultura economica. Che a me pare emergente.