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Sabato, 18 novembre 2006
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Il fascino discreto dell'ashram
Per decenni i borghesi occidentali sono andati in India per salvarsi o perdersi. I cosmopoliti di ogni dove, invece, ci sono andati per scoprire una civiltà fantastica. Mi sono divertito a leggere i tre post di Alessandro Gilioli di ritorno dal subcontinente. Sto seguendo da lontano gli sviluppi politici in Nepal e India.
Ma, non so come, sono particolarmente attratto dal libro di Gregory David Roberts, Shantaram, Neri Pozza (1177 pagine, 22 euro). E' la storia scritta da un australiano dalla vita complicata: contestatore, criminale, carcerato, evaso, immigrato clandestino in India, poi mujaheddin in Afghanistan e poi arrestato a Francoforte e infine estradato in Australia... dove arriva finalmente a ritrovarsi nella scrittura... E il suo libro parte da Mumbai.
Le prime pagine sono dedicate al suo arrivo a Mumbai. Alle migliaia, centinaia di migliaia di persone che vivono sulla strada che va dall'aeroporto alla città, in baracche fatiscenti oppure direttamente per terra. Le stesse persone che sono state il primo incontro dell'India anche per me. Le stesse persone che piano piano, dopo il primo durissimo impatto, sembrano emergere dal caos in tutta la loro strana, cosmopolita, poverissima, dignitosa umanità...
Tornerò probabilmente su questo libro... Dura, appunto, 1177 pagine...
India, Gregory David Roberts,
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4:48:11 PM
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Ci pensa Eric Schmidt
I ragazzi di Nova (l'associazione degli studenti italiani all'Mba in America) mi segnalano che il discorso di Eric Schmidt, ceo di Google, tenuto a Stanford l'11 novembre si può rivedere online.
12:58:11 PM
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La privacy di Gulliver
Swift è una società che gestisce i bonifici internazionali e altri servizi. Un business fatto di riservatezza, affidabilità ed efficienza. Eppure Swift ha deciso di consegnare tutti i dati sulle transazioni monetarie internazionali ai servizi segreti americani. Che quindi conoscono tutto quello che c'è da conoscere sulle finanze dei terroristi mediorientali, ma anche dei turisti e degli imprenditori europei.
Il New York Times che ha dato la notizia, come riferisce Fabrizio Gatti sull'Espresso, ha anche chiesto scusa ai lettori nell'ottobre successivo: ha ammesso di avere esagerato la notizia in quanto non sono provati abusi operati dalle autorità americane con questi dati.
Ma nella sostanza c'è poco da chiedere scusa.
E' vero che la lotta al terrorismo è difficile: tanto è vero che, su quel fronte, nonostante un dispiegamento di mezzi senza precedenti e un'invasione della privacy globale gigantesca, gli Stati Uniti non sembrano essere arrivati a capo di nulla. Ma è chiaro che c'è dell'altro: tra Echelon, Swift e altre organizzazioni, gli americani sono in grado di conoscere le intenzioni, le decisioni e le operazioni di imprenditori, finanzieri, inventori europei... Oltre che di tutti noi.
Non è stato provato nulla a carico degli americani? Ci mancherebbe: non sono i servizi segreti più segreti del mondo? E' un accordo legale quello di Swift? E allora perché lo volevano tenere segreto?
Visto il comportamento privatistico dell'amministrazione Bush e dei suoi principali funzionari, non sembra facile fidarsi. Mi rendo conto che è difficile, ma mi pare che emerga il bisogno di un'autorità internazionale che ci garantisca dagli abusi di qualche grande Tavaroli americano...
(Intanto sul sito di Swift si chiede un dibattito pubblico per andare oltre la privacy e arrivare alla sicurezza... Questi sono veramente convinti di quello che hanno fatto...).
riservatezza, Swift,
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10:55:00 AM
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2006
Luca De Biase.
Last update:
1-12-2006; 1:15:47.
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