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Domenica, 26 novembre 2006
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Leggere per lavorare o lavorare per leggere?
Se questa fosse sul serio l'alternativa, sceglierei "lavorare per leggere". Leggere è una passione. E' una dimensione del tempo che si mantiene più libera delle altre. E' un modo per trasformare ogni aspetto della vita in qualcosa di, almeno apparentemente, migliore. Forse semplicemente più colto e compassionevole.
E' un percorso del quale ho sempre avvertito il fascino, anche se percorrendolo mi ci sono sempre sentito straniero: sono sempre stato pellegrino e mai locanda o chiesa o destinazione. E se ho lasciato qualche traccia non mi sono fermato molto a guardare l'effetto che faceva.
Quel percorso è composto da una rete di rimandi: amici con le loro idee, professori con le loro lezioni, amiche con le loro curiosità, maestri con i loro suggerimenti; e poi i casi della vita, ricerche strutturate in biblioteca, recensioni nelle quali si inciampa, mode delle quali non si può fare a meno di venire a sapere. Mio padre e la sua storia, storie che mi sono capitate, Parigi e Venezia da studente, l'università, i giornali, gli editori, internet. Tutti link che portano a libri di ogni genere. Quando ho dovuto scegliere la mia strada sono andato sempre nella direzione che mi sembrava compatibile con quello strano percorso, labirintico e interessante: nel quale mai i libri sono stati il fine, ma del quale sono stati certamente come delle pietre miliari.
Era così anche quando leggevo per le 30 mila lire che un settimanale mi dava per ogni recensione: il valore di quel lavoro era, certo, nel pagamento, ma anche e soprattutto nel fatto che mi davano gratis il libro da leggere. Lo leggevo in fretta. Ma lo dovevo capire che riportarne i tratti essenziali in un piccolo articolo. Alla fine era sempre il rapporto con il libro a contare di più. E in fondo internet è un'altra macchina che fa leggere libri, creando legami che generano senso. Anche se fa questo effetto solo su chi è predisposto, credo.
Però se vado avanti così faccio un'autobiografia per flash: non ci si capisce niente e non si vede a chi dovrebbe interessare.
Dunque, ispirandomi a Nick Hornby e al suo "Una vita da lettore" (Guanda, 285 pagine, 15,50 euro), potrei cominciare a segnare regolarmente i libri che compro e quelli che leggo. Con qualche commento eventualmente. Magari nel tempo ci metterò anche qualche scaffale della mia biblioteca. Non mi nascondo che ne verrà fuori tutto il caos che ho in testa. E soprattutto l'incongruenza (nel breve termine) tra quello che compro e quello che leggo.
Libri comprati il 25 novembre 2006
Massimo Mucchetti "Il baco del Corriere" Feltrinelli
Oliver Sachs "L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello" Adelphi
W. Somerset Maugham "Il velo dipinto" Adelphi
| Letture nella settimana finita il 25 novembre 2006
Gregory David Roberts "Shantaram" Neri Pozza
David Kline "Blog!" Sperling & Kupfer
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E' evidentemente che se non si legge per divertimento non si riesce neppure a leggere per lavoro.
Una citazione di questa settimana?
"La sola forza più cinica e spietata del business della grande politica è la politica del grande business". Lo dice Karla in "Shantaram"
letture, libri, Nick Hornby
bookblogging
12:08:44 PM
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Luca De Biase.
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