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Una lettera di Mandelbrot a Taleb

Ieri sera, a cena con Nassim Taleb. I racconti dello scrittore libanese sono meravigliosi. La sua visione del mondo cosmopolita, semplicemente simpatica, profondamente sottesa tra un’antropologia matematica e una sorta di etologia dell’umanità, rende sofisticatissimo il suo linguaggio apparentemente naif ed entusiasta: “Ho realizzato il mio sogno” ha detto: “Ho iontrato Umberto Eco nella sua biblioteca”. Legge ormai solo libri: niente giornali, niente web, niente televisione. “La biblioteca informa di per se, con la disposizione dei libri. Mi avvicino agli scaffali e già richiama alla mia mente una conoscenza senza paragoni”… Ed è vero al cento per cento.

Un episodio però si è innalzato sugli altri, nel profluvio delle sue parole. Mi ha mostrato una mail ricevuta sul suo Blackberry – unico accesso a internet che Taleb ancora si concede.

Il mittente era il suo amico Benoit Mandelbrot, il noto per il suo lavoro sui frattali. Taleb ha gioito aprendo la mail di un corrispondente tanto straordinario. Ma il testo era stato scritto dalla moglie di Mandelbrot. E gli annunciava la morte dell’amico. Il 14 ottobre scorso.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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