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Sabato, 22 novembre 2008
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Investimenti in Huffington Post
Huffington Post, sito americano di informazione di chiaro successo, ha ottenuto un finanziamento di 15 milioni di dollari per il suo sviluppo dalla Oak Investment Partners. In un periodo di vacche magre per le operazioni finanziarie, questa notizia è doppiamente significativa.
1:52:30 PM  ;
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iPhone 2.2
Non si vedeva l'ora di poter scaricare il nuovo iPhone 2.2. Perché, tra l'altro, contiene un bottone nuovo assolutamente desiderabile: il bottone che blocca il terribile, assurdo, ridicolo correttore automatico dell'italiano. Quello che mette sempre l'accento sull'ultima o dei verbi all'indicativo presente. E che trasforma «ma» in «m'a»...
Ma un post di iPhoneAtlas segnala problemi con iPhone 2.2. E va letto prima di passare alla nuova versione.
1:48:39 PM ;
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Bottom up
In italiano non viene bene. L'«innovazione che viene dal basso» è una locuzione impropria e vagamente ridicola. «Impropria» perché suppone la persistenza della struttura gerarchica: mettendo l'accento sulla base della piramide la ribadisce e nasconde il fatto che in realtà si vuole parlare di ciò che avviene nelle strutture a rete non nelle strutture gerarchiche. «Ridicola» perché fa spesso venire in mente battute politically uncorrect.
Roberto Marsicano suggerisce di leggere il libro di Eric von Hippel, Democratizing innovation. Si tratta di un testo importante. Che sottolinea con grande lungimiranza il riconquistato ruolo degli utenti nella formazione dell'innovazione. Il che è avvenuto grazie alla digitalizzazione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Il contributo alla discussione sulle parole che si trova in questo testo è dunque la proposta di parlare di una sorta di «innovazione democratica». Ma per importarla in Italia se ne dovrebbe eliminare il connotato politico, che qui da noi distorce in modo assurdo le percezioni e le intelligenze. Forse si può parlare dunque piuttosto di «innovazione popolare» (come in Popular science per intendersi).
Alla fine si dovrebbe peraltro tendere verso una soluzione più precisa. Come «innovazione delle persone in rete». Formula troppo lunga ma più esatta. Che non coinvolge l'idea che queste persone siano «tutte le persone» (visto che purtroppo non è così). E che non allude alle gerarchie, che continuano a esistere e a provocare conseguenze. Le dimensioni strutturali della rete e della gerarchia, in effetti, si stanno sviluppando attraverso dinamiche che interferiscono ma restano separate. La rete ha generato un ambito di sviluppo innovativo in parte autonomo dalle gerarchie, ma non le ha abolite (casomai in alcuni casi indebolite rendendole meno assolute).
Il tema dei prossimi tempi sarà proprio quello di rendere compatibili e simbiotiche le dinamiche bottom up e top down. In alcuni casi si vedono soluzioni di successo in questo senso (studiando per esempio l'efficacia di Google o lo stile di Apple, entrambi dinamiche top down che però appaiono adatte ad essere accolte dalle dinamiche della rete). Ma la questione andrebbe molto generalizzata, in diversissimi altri settori: dall'università all'editoria, dalla regolamentazione dell'economia alla - ahem - politica.
1:28:30 PM ;
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Luca De Biase.
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2-12-2008; 12:02:52.
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