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Giovedì, 6 novembre 2008
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Fame di senso Lezioni dall'America
In una bellissima giornata come quella di ieri, una giornata in cui l'impossibile si è dimostrato possibile, gli italiani si sono sentiti meno soli. Ma poi si sono subito divisi. Quelli che «Obama è grande». Quelli che «Obama piace a Osama». Quelli che «attenti che si dimostrerà diverso». E soprattutto quelli che «gli italiani non ce la possono fare».
Si soffre per questo cinismo. Ben radicato. E per la verità ben motivato. Ci autoflagelliamo e ci facciamo male. Non senza ragione. Ma come siamo diventati questa terra dove l'impossibile resta sempre impossibile?
Un fatto è certo. I nostri leader non ci fanno sognare. Ma dire che questa è l'Italia sarebbe fare un torto a milioni di persone che vivono in Italia, che tengono in piedi la baracca, che si sbattono all'inverosimile per arrivare a fare cose che altrove si fanno facilmente; e poi migliaia di persone innovative, persone che creano imprese che piacciono in tutto il mondo, che inventano ogni giorno un modo sensato per fare scuola, per fare arte, per fare ricerca, per fare... che sognano e realizzano, che studiano e comprendono, che modestamente ricordano la grandezza del passato e la vivono come una piccola grandezza da custodire nel futuro...
Gli italiani sono scettici perché ne hanno viste tante. Perché hanno subito tante delusioni. Perché hanno vissuto per secoli i loro capi come comandanti e non come rappresentanti, cercando di trarre il massimo vantaggio dal leader del momento senza partecipazione, in attesa che arrivi il prossimo. Ma gli italiani sono anche capaci di slanci e di aperture che hanno pochi paragoni al mondo. E non c'è nessuna ragione per cui avendo fatto tanto in passato non possano fare tanto in futuro.
Ma ci sono alcune lezioni da trarre dalla vicenda di Obama.
1. Rinnovare lo spirito libero di un paese incancrenito nella violenza e nell'ingiustizia è possibile. Ma bisogna saperci credere.
2. Credere alle idee significa anche trovare chi le sa raccontare. E chi le sa dimostrare. Non si sogna con la retorica, ma con discorsi densi di fatti che li spiegano. Non si parla del futuro senza radicarlo in quello che le persone vedono intorno a loro.
3. Il primo problema da risolvere non è quello dei soldi o quello della forza. Il primo problema è culturale. E' fatto di idee e di un metodo per condividerle.
4. Si può credere a chi ci racconta un futuro migliore, se il racconto parte dall'esperienza. L'ideologia non ha più forza. Ma hanno forza i sogni e gli ideali, quando sono sostanziati da una cultura pragmatica, empirica, esteticamente intelligente.
5. E il tutto funziona se recupera e valorizza quello che le persone sanno di avere di buono. Se il racconto fa emergere quello che le persone hanno costruito. Se unisce le forze.
I fatti diranno se queste lezioni sono state soltanto una bellissima campagna elettorale. Ma in un periodo in cui sono soprattutto le parole che ci mancano, anche una campagna come questa ha senso.
E non è poco. Perché la fame più acuta che avvertiamo, in Italia, è la fame di senso. Abbiamo da mangiare, quasi tutti, per soddisfare lo stomaco. Ma non abbiamo abbastanza cibo per il pensiero. Imho.
Tag: Obama, Italia, fame di senso
12:29:28 AM
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2008
Luca De Biase.
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2-12-2008; 12:02:37.
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