Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
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Venerdì, 29 settembre 2006

Ferrara: "Comunicare le città d'arte"

Sono arrivato a Ferrara per un convengo sulla comunicazione delle Città d'arte. In questo momento sta parlando Roberto Grandi, professore a Bologna. Sta dicendo che l'Italia ha una tale abbondanza di arte che storicamente se n'è curata troppo poco. Già.

Entrando nel castello di Ferrara, il rettore Patrizio Bianchi (una gioia rivederlo) mi raccontava entusiasta di quello che sta facendo con la sua università. Passando per una stanza del castello dice: "Pensa, qui c'era il prefetto. Avevano coperto gli affreschi con una bella mano di bianco...". Già...

Per un lungo periodo, abbiamo lasciato distuggere il bello dell'Italia. Ora ci siamo resi conto di doverlo e poterlo recuperare. Meno male.

E quindi ci siamo anche resi conto che per recuperare interesse nel mondo dobbiamo comunicare la nostra arte e le nostre città.

Internet è stata una bella spinta per questo. Ma all'inizio l'abbiamo vissuta con la stessa mentalità: tipo "abbiamo tanta arte, gli stranieri devono venire qui, trovare informazioni e servizi saranno problemi loro. E i nostri siti saranno sempliemente un modo per mettere online quello che c'è". Ora basta, non è così. Si tratta di recuperare senso e qualità anche nella comunicazione dell'arte italiana.

Con la sottosegretario Magnolfi, l'altro giorno a lato di un altro convegno organizzato dall'Assintel, ci si stava lamentando dei portali pubblici per il turismo. A che servono? Che cosa ci vuole per fare bene informazione turistica online? Perché se si interroga Google i siti davvero informativi e specifici non vengono mai fuori per primi perché sono sovrastati da quelli che vendono servizi turistici generici?

Sicché, dobbiamo pensare i nostri siti online di informazione sul turismo con un'attenzione simile a quella che riserviamo ai più sofisticati argomenti dell'editoria online.

Basta con l'idea monopolistica che l'Italia è tanto bella che i suoi siti internet possono essere semplicemente un modo per mettere online un po' di materiale che la descrive.

Penso che i temi siano:
1. Pensare all'informazione per prima, durante e dopo il viaggio (non solo durante).
2. Distinguere informazione di servizio e comunicazione di marketing: e realizzarle entrambe
3. Conoscere le opportunità offerte dai diversi linguaggi (pagine, podcast, video)
4. Avere consapevolezza delle possibilità proposte dalle attività in broadcast e dalle piattaforme per il peer-to-peer
5. Giocare sui siti altrui, wikipedia non è un posto dove mettere informazioni sull'arte italiana in modo sistematico? Non si dovrebbe pensare a sostenere i blogger delle città almeno aiutandoli a farsi conoscere, quando fanno un lavoro indipendente e serio di informazione e servizio pubblico sulle città? Perché non raccogliere e far conoscere i video amatoriali che i turisti mettono online dopo un viaggio in Italia e che sono difficili da trovare? ...

Vabbè. Questi sono appunti che ho scritto mentre ascoltavo i relatori al convegno del Corecom. Adesso parla Stefano Micelli, professore a Venezia. Fa vedere le foto pubblicate online su flickr. Fa vedere come il carnevale viva senza investimenti pubblici ma semplicemente perché vive nella comunicazione, nella memoria collettiva... Patrizio Bianchi ha centrato il suo intervento sulla necessità di "ascoltare".

Sono molto contento. Mi pare che la cultura con la quale stiamo parlando qui di comunicazione dell'arte online stia sul serio maturando. Mi piace ogni tanto che ci siano buone notizie in giro...
ps. Micelli ha suggerito che il marketing di città-turismo-massa come Venezia e Roma sia diverso dalle città-turismo-qualità come Ferrara. Interessante. Angelo Agostini sta conducendo la tavola rotonda. Bello rivederlo all'opera.

turismo, arte, comunicazione

11:04:46 AM comment [];