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Sabato, 30 settembre 2006
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Proposte per il futuro dei media digitali. Beltel, Dmin.it, Margherita...
A un convegno organizzato da Beltel, giovedì scorso, c'erano tra gli altri (mi scuso se dimentico qualcuno) Mario Citelli e Salvo Mizzi, Enrico Beltramini, Massimo Castelli (Telecom), Maurizio Dècina, Mario Mariani (Tiscali), Umberto De Julio (Kiwi). C'era anche una manager di Bt-Albacom inviata col preciso divieto di parlare di ciò che poteva essere interessante nella discussione e della quale non riesco a ritrovare il nome (me ne scuso)...
Ne ho ricavato una convinzione. La discussione sulla riorganizzazione delle telecomunicazioni è appena cominciata. Ci vorranno dodici mesi almeno. Ma se vogliamo che intanto vadano avanti gli investimenti e le innovazioni sulle applicazioni e i contenuti che viaggiano sulla rete dobbiamo stabilire alcuni principi subito. E secondo me il più importante è questo: - La rete alla fine dovrà essere interoperabile (altrimenti chi farà applicazioni e contenuti nel frattempo?)
Sappiamo che la rete attuale (in particolare l'ultimo miglio) dovrà essere rinnovata per non incorrere nella saturazione che fatalmente arriverà all'Adls. Chi investirà, chi controllerà, chi governerà è tutto da vedere. Ma dobbiamo dire subito che sarà interoperabile.
A questo proposito credo che si debba leggere attentamente la proposta uscita dal lavoro di Leonardo Chiariglione, Mimmo Cosenza e altri. Si chiama Dmin.it. Sul blog di Stefano Quintarelli c'è una spiegazione, un invito al sostegno e un comunicato stampa. Credo che la competenza e la passione dei promotori non siano in discussione. E credo che abbiano centrato il tema e il momento per lanciarlo.
Attraversiamo infatti una fase storica. La crisi è in agguato ma le opportunità sono enormi. Si può arrivare a una regolazione del sistema dei nuovi media digitali che può pacificare il sistema e liberare le risorse creative e finanziarie.
Anche questo punto di vista si fanno avanti le proposte. La proposta dell'onorevole Andrea Colasio per rafforzare la produzione di contenuti italiani è sul blog della Margherita. Grazie a Francesco Soro che me l'ha segnalata. E a Cristina Tagliabue che ha scritto un post capace di riassumere in due parole anche la discussione che ne è già scaturita. In sostanza si farebbe un'agenzia (alla francese) dotata di risorse finanziarie per sostenere il cinema e la musica, risorse da reperire destinando a questo scopo piccole (?) percentuali dei fatturati della pay-tv (!), dell'iptv (?), dei vas dei cellulari (!), dei videonoleggi. Tutti i potenziali tassati sono più o meno arrabbiati o preoccupati ovviamente. La discussione è aperta. Non so bene come si sceglieranno i progetti da finanziare. Ma so che una sorta di meccanismo incentivante per redistribuire le risorse in modo che vadano in parte dalla tecnologia alla creatività non mi pare a priori sbagliato. E' chiaro però che se questo si unisce alla proposta di Chiariglione che crea un sistema aperto e capace di far funzionare un modello di business per i contenuti in rete, si può vedere la possibilità di far nascere un mercato dei contenuti digitali fatti in Italia. Vedremo da che parte andrà la discussione.
telecomunicazioni, televisione, regolamentazione
6:03:35 PM
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