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Valore Musil

Girando per Vienna con Musil in mano, tra casa Freud, l’inceneritore dei rifiuti piú istruttivo d’Europa e la piccionaia in piedi al teatro dell’Opera, per il Don Giovanni di Mozart..
In Austria c’è poca tv e gli 8 milioni di abitanti comprano 3,5 milioni di quotidiani al giorno… Giornali popolari, naturalmente, ma da leggere…
I verdi hanno una percentuale di voto ancora gigantesca in Austria. Hanno guidato la politica dell’ecologia con i no ma anche con i sí e con le proposte. L’inceneritore di Vienna è un monumento al pragmatismo.

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Dall’esplorazione all’implorazione

E’ una battuta fatta oggi da Ilvo Diamanti: sono passato dall’esplorazione all’implorazione. I dati non lo confortano molto. Le differenze e le distanze tra gli italiani aumentano come non mai.

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Il balletto della fioritura, in autunno

 Un inserto in una mattinata densa di senso. Una finestra sulle emozioni più intense e indicibili. Che mi ha commosso, senza provare a farlo. Il breve balletto della compagnia di Liliana Cosi. Musica romantica e gesti antichi, compiuti da giovani bravissimi: esploravano il loro mondo di segni, col fiato corto, di fronte a una platea stupita e incuriosita, a sua volta da esplorare. Una fioritura. La vita degli esseri umani è dura, talvolta terribile, ma a ogni stagione, ricomincia. E questa capacità di ricominciare, mostra alle persone di età diverse la qualità della loro stagione...

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Brockman & C.

John Brockman è uno scopritore di talenti intellettuali. La sua storia è quella di un leader nel settore più straordinariamente umile e importante dell’evoluzione culturale: tra i Digerati lui era “the Connector”. L’ho visto ieri con Steward Brand e con Clay Shirky. Due mostri sacri del pensiero innovativo americano. Lui che ha contribuito chiaramente al loro successo è trattato con rispetto. Ma a sua volta risponde con un’empatia e un orientamento all’ascolto che mi è sembrato da sottolineare: Brockman è un esempio. Un maestro che non cessa di imparare...

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Una lettera di Mandelbrot a Taleb

Ieri sera, a cena con Nassim Taleb. I racconti dello scrittore libanese sono meravigliosi. La sua visione del mondo cosmopolita, semplicemente simpatica, profondamente sottesa tra un’antropologia matematica e una sorta di etologia dell’umanità, rende sofisticatissimo il suo linguaggio apparentemente naif ed entusiasta: “Ho realizzato il mio sogno” ha detto: “Ho iontrato Umberto Eco nella sua biblioteca”. Legge ormai solo libri: niente giornali, niente web, niente televisione. “La biblioteca informa di per se, con la disposizione dei libri. Mi avvicino...

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Un’altra morte internettiana

Jay Cohen, ex capo del dipartimento scienza e tecnologia del Department of Homeland Security, nominato nel 2006, serio e razionale, simpatico e di idee chiarissime, americano fino al midollo, ex militare della Us Navy, dice anche lui che: “Su internet, la privacy è morta”. Uh, oh…

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Quanta banda occorre per un attacco militare americano?

Parlando con Olivier Piou, il ceo della Gemalto, un gigante che fabbrica la maggior parte delle smart cards che ci portiamo ogni giorno in giro. Gli giro una domanda che vagava nell’aria: è vero che gli americani usano i satelliti privati per governare i droni in Afghanistan? Risponde: quando attaccano usano una quantità di banda inimmaginabile. Un’operazione come l’attacco all’Iraq ha raggiunto picchi di utilizzo della capacità di trasmissione digitale (tutta: fissa, mobile, satellitare) pari a un terzo di tutta la banda del mondo… Uh, oh…

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A Kyoto, in periferia

Un croissant caldo, venduto in una busta di plastica. E un caffè caldo conservato e servito in una lattina. Un prodotto della Asahi.  Sorseggiando la merenda seduto sulle panche molto abitate che si trovano davanti all’entrata del piccolo supermercato Lawson, in un quartiere periferico di Kyoto. Esce dal supermercato una vecchia curva sotto il peso degli anni e della fatica. Lavora probabilmente nei piccoli campi di riso che si vedono ancora tra le case del quartiere. I ragazzi seduti sulle panche la guardano con rispetto. Lei, inopinatamente, per come è curva e lenta di movimenti...

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Enaiatollah Akbari

Enaiatollah Akbari è un hazari che in Afghanistan è l’etnia agricola sciita e dannata alla servitù gentile. Dice che anche in Italia ci sono scontri tra diverse etnie. Ma in Italia si fermano di solito alle parole, in Afghanistan le etnie si spararo. La scuola è sacra perché inserisce e apre a una prospettiva, se la guerra la distrugge, la speranza torna quando si ricostruisce: i ragazzi italiani devono sapere che vivono nel paradiso di un paese che consente di andare a scuola. Ma non è un paradiso da dare per scontato. E il cui valore va assaporato e protetto contro chi non lo capisce...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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