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Fede, democrazia e terrorismo. Un libro di Eric Hoffer. Una considerazione di Martin Wolf

La domanda che Martin Wolf si pone sul Financial Times è quella che abbiamo in mente tutti: perché esiste gente che uccide per la sua fede e come devono rispondere le democrazie? (Ft, edizione a pagamento)

libri-The_True_BelieverWolf cerca una risposta a partire dal libro di Eric Hoffer, pubblicato nel 1951, The True Believer: Thoughts on the Nature of Mass Movements (il libro è disponibile gratuitamente in pdf).

La discussione passa velocemente intorno alle questioni del fanatismo, della religione, del nazionalismo e arriva a un’intuizione densa di conseguenze: il fanatico, quella persona che può uccidere e morire per la sua fede, non si spiega con la povertà, ma con la frustrazione.

Dunque, dice Wolf, il fanatismo nasce dalla distanza tra ciò che si pensa sia giusto e ciò che si vede nella realtà, ma si sviluppa radicalizzando l’adesione a una fede in cui credere che conforta aiutando a individuare una strada da percorrere per aggiustare la situazione, una strada che spesso definisce un nemico e legittima la violenza.

La conclusione di Wolf: che cosa deve fare un cittadino di una democrazia liberale che vuole restare tale?
1. prepararsi a una lunga partita di contenimento
2. riconoscere che il centro della questione è altrove; l’occidente può aiutare ma non vincere una guerra del genere
3. offrire l’idea di eguaglianza nella cittadinanza come alternativa alla violenza
4. comprendere e rispondere alla frustrazione che molti sentono
5. accettare il bisogno di misure per garantire sicurezza ricordando però che la sicurezza assoluta non è raggiungibile
6. restare fedele ai valori democratici perché senza di essi non abbiamo nulla da offrire in questa battaglia (e quindi mantenere un giusto e sano “stato di diritto” e rifuggere dalla tortura). Se rinunciamo a questi valori abbiamo perso. Reagire esagerando apre la strada alla sconfitta.

Tra queste indicazioni alcune sono rivelatorie. Una democrazia non vince mettendosi sullo stesso piano dei fanatici, non può garantire l’assoluta sicurezza e dunque non ha senso che rinunci ai valori democratici in nome di una impossibile garanzia di sicurezza. Per Wolf la guerra si vince nel lungo termine, aiutando a superare i motivi di frustrazione. E’ un razionale approccio non violento che individua un obiettivo sensato. Forse gli Stati Uniti potrebbero prendere in considerazione questo ragionamento, almeno quando discutono sulla scelta che in qualche caso hanno operato immolando sull’altare di una fede fanatica per l'”assoluta sicurezza” alcuni valori fondamentali come il rifiuto della tortura. Il senso dell’equilibrio e la precisione della consapevolezza sul valore dei diritti umani è la principale arma strategica dell’Occidente in questo confronto estremo con una parte degli abitanti più frustrati e fanatici del pianeta. Imho.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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