Ricevo da una persona che stimo moltissimo una storia che mi pare dia una visione chiara, netta e fattuale del significato umano dell’agenda digitale. Non stiamo parlando di tecnologia: stiamo parlando della nostra vita.
A TUTTI COLORO CHE SOTTOVALUTANO UN A SERIA POLITICA PER LO SVILUPPO DIGITALE DEL NOSTRO PAESE
Sono una mamma che ha un figlio a cui hanno diagnosticato un raro sarcoma al femore. Quando insisto, in questo momento, sulla scarsa attenzione che in Italia viene rivolta ad un’adeguata politica digitale, molti mi rispondono che adesso devo pensare alla malattia di mio figlio guardandomi come se fossi matta.
Vi do alcuni esempi concreti vissuti, in prima persona, di come il mondo digitale può svoltare la risoluzione del sarcoma di mio figlio e la nostra vita in questo momento.
1) I sarcomi rari (come altre malattie) vengono condivisi in rete tra i migliori ospedali del mondo in modo da raccogliere più informazioni possibili – il caso di mio figlio è in rete e confrontato con le poche centinaia che ci sono al momento.
2) Mio figlio ha 11 anni e in questi giorni di malattia sdraiato a letto l’unica cosa che può fare è lavorare al computer e vedere video. Al computer ha iniziato un progetto: un sito internet suo… che è stato sospeso in ospedale perché non funzionava il wifi. A parte mio figlio, tutti i bambini che vedo nel dipartimento di oncologia del Bambin Gesù hanno bisogno del wifi per distrarsi. Ci sono genitori che vengono da lontano, che non hanno disponibilità economiche e che sono costretti a comprare chiavette su chiavette per cercare di distrarre i loro figli.
3) Attraverso Skype o Google hangout mio figlio può tenersi aggiornato con le lezioni, oltre al fatto che nella sua scuola il programma scolastico prevede l’uso quotidiano di internet
4) Ho un lavoro con un contratto a progetto (come anche mio marito) che può essere svolto online. Quando vado in ospedale e il wifi non funziona per giorni metto a repentaglio la possibilità per me di poter mantenre il mio contratto.
La politica oggi, adesso, dovrebbe prendere in seria considerazione una vera politica di sviluppo di questo paese che parta dal digitale invece di continuare a parlare delle stesse notizie da mesi. Non è serio un paese in cui giornali e telegiornali ogni giorno parlano solo della presunta possibile crisi di governo invece di parlare di politiche serie di sviluppo e crescita.
Grazie per aver diffuso questa storia: lo faccio a mia volta, per quanto posso.
Un sincero in bocca al lupo al ragazzo e ai suoi genitori.
cara a***, farò il possibile e vi abbraccio tutti
Sarebbe bello che tutti aprissimo le nostre reti wifi domestiche.
Ci aiuteremmo tutti e spenderemmo meno con meno stress. A cosa servono realmente la protezione e il controllo accessi sulle reti domestiche? Quando serve cifrare si usa la vpn, ma l’accesso puó essere libero, come in molti altri paesi. Il controllo accessi sulle reti spesso serve probabilmente solo ai carrier che le vendono. Chi vuole e sa puó passare comunque con vari metodi. Molte delle idee delle leggi sulla privacy vanno riviste.
Marco
Sono completamente d’accordo. La digital devide e’ la forma moderna di diseguaglianza.
[…] umana non è mia, l’ho presa in prestito da Luca De Biase che qualche giorno fa nel suo blog ha pubblicato una storia che offre “una visione chiara, netta e fattuale del significato umano dell’agenda […]
[…] Agenda Digitale è una agenda umana […]
Ospedale San Camillo (Roma).
I pazienti possono pagare per pacchetti TV, ma niente rete.
La direzione dell’ospedale non appalta il servizio a pagamento né lo eroga free.