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L’occasione è perfetta, il Pd è lento… Le persone contano sempre di più

In televisione si vede un camion che sta per schiantarsi davanti a un muro e non frena, non cambia direzione. Non fa niente…

Mentre si svolgono le votazioni per la presidenza della Repubblica mezza Italia è attonita.

Dopo le elezioni, il Pd ha cercato la Grande Svolta democratica chiedendo l’appoggio del M5S e mostrandosi disponibile a un’agenda di rinnovamento forte, con leggi sul conflitto d’interessi, nuova legge elettorale e razionalizzazione dei costi della politica. Sarebbe stata la realizzazione del programma M5S e del meglio del programma del Pd, subito. Forte e chiaro. Ma il M5S non ha voluto saperne.

L’M5S non ci ha fatto bella figura.

Lentamente, come un camion che cerca la strada, Bersani ha cominciato a prendere in considerazione l’impensabile. E ha tentato l’accordo con il Pdl. Il frutto di questa trattativa, considerata contro natura da una parte enorme dell’elettorato del Pd, è la proposta di Marini presidente della Repubblica. In vista, inevitabilmente, di un governo Pd-Pdl. Una cessione di consensi in nome della governabilità?

Giusto un attimo prima che qualcuno tentasse di darsi una risposta a questa domanda, M5S propone Stefano Rodotà alla presidenza della Repubblica. E’ una svolta meravigliosa. Il candidato è un uomo giusto e senza dubbio innovatore, con una storia che il Pd e il suo elettorato conoscono e riconoscono. Potrebbe persino aprire la strada a un governo riformatore. Ma…

Ma questa volta è il Pd che non ascolta. Sembra che il camion non faccia in tempo a cambiare strada. Tutti vedono la svolta ma non riescono a frenare in tempo per imboccarla. Qualcuno si butta dal camion. Tutti parlano al conducente. Ma non si capisce se ha sentito.

Tensione davanti alla televisione che mostra Bombassei entrare in cabina elettorale. Voterà anche lui per il sindacalista?

Se per caso il camion riuscisse a frenare e cambiare strada si potrebbe ricominciare a respirare.

Ma non frena, per ora. IL guidatore si immagina che ci sia un tunnel per passare, ma non lo vede ancora. Fanno un governo col Pdl e la Lega? E Scelta Civica? Lo sanno che cosa succede dopo? Pensano di andare avanti così per cinque anni? Molto più probabile che entro un anno il Pdl rompa l’alleanza e vada alle elezioni convinto che iL Pd finisca nel nulla, Grillo avanzi restando inutile, il Pdl vinca.

Certo, si sa, queste visioni o questi incubi sono sempre prematuri in Italia, dove tutto cambia perché nulla cambi e dove senza governo lo spread sta meglio di quanto ci si aspettasse, mentre il paese si abitua a tutto e dimentica molto, restando inchiodato.

Ma oggi contano le persone. Come sempre. Nella Scelta Civica, nel Pd, in Sel, persino nel Pdl ci sono molte persone che sanno che Stefano Rodotà è una persona giusta per fare il presidente della Repubblica. E per cogliere l’occasione storica che tutti vedono ormai chiara. Quella che all’inizio M5S aveva negato e che ora propone. Quella che il Pd aveva cercato e ora sta dimenticando. Siete ancora in tempo, persone che state in Parlamento in nome nostro!

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  • La cronaca è perfetta a parte un piccolo ma rilevante particolare.
    Il M5S si è rivolto al PD per bocca di Grillo e ha fatto una inedita apertura, salvo poi rimettere tutto in discussione successivamente.
    Come può il PD fare affidamento sul M5S? Il camion non frena, è vero, ma si trova in una strada stretta e senza chiare vie d’uscita che consentano di evitare il muro.
    Ciò detto, se fossi un parlamentare PD sarei il primo tra i franchi tiratori.
    Nulla da dire sul politico Marini ma il suo nome per il Quirinale non ha senso.
    Rodotà è il miglior nome uscito fuori negli ultimi giorni

  • Dici:
    “..Sarebbe stata la realizzazione del programma M5S e del meglio del programma del Pd, subito. Forte e chiaro. Ma il M5S non ha voluto saperne.”
    Ritengo invece che M5S sarebbe potenzialmente caduto in una “trappola” e compartecipe di quello che non si sarebbe fatto.
    Se invece di dare semplicemente la fiducia, avessero invece richiesto al PD di selezionare assieme la squadra di governo e i punti dei 2 programmi di maggiore priorità con metodo delle parlamentarie (misto offline e online e misto cittadini e eletti), allora si che sarebbe stato coerente con il metodo M5S e qualora non fossero fatte le cose sarebbe stato chiaro di chi era la responsabilità.
    E’ ancora possibile percorrere questa strada se alla fine dovesse essere eletto Rodotà o altro condiviso da M5S e PD.
    Anzi, si potrebbe partire oggi stesso chiedendo a tutti gli eletti M5S e PD assieme di selezionare a doppio turno il presidente col metodo già usato nelle quirinarie …

  • Stefano Rodotà ha molte ed importanti qualità, resta preoccupante il modo con cui è stato portato alla candidatura da molto meno di 1 elettore su 1.000 (a proposito: quanti?). Ripropongo un mio commento su altro blog e spero che questo non sia contrario alla netetiquette.
    “Democrazia aperta” è buona cosa, ma alla “democrazia on line” servono urgentemente regole: quali? Propongo due punti sommari:
    (1) certezza su legittimazione al voto. Non basta la scansione di un documento, occorre certezza sul fatto che chi vota è legittimato (la “libertà” della rete non si concilia con le necessità della democrazia). Certamente non l’ha fatto, ma l’amministratore del sistema di voto potrebbe avere manipolato a suo piacere senza controlli sostanziali.
    (2) sicurezza su ogni singolo passo delle procedure di voto. Il voto è sacro, i voti conteggiati devono essere identici a quelli espressi. Ed anche qui, quali garanzie offre “questo” nuovo?
    Senza pretesa di essere nel giusto, domando: quali certezza, sicurezza, trasparenza ha la candidatura Rodotà? Resta una buona scelta ma il metodo fa venire i brividi e temere peggio della democrazia che tutti critichiamo.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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