Luca De Biase
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Sabato, 5 aprile 2008
 

Immagine di Wittgenstein Bookblogging
Esplorazioni insensate
Rubrica settimanale casuale ma non troppo sui libri che prendo in mano

Sono arrivato a prendere in mano questo libro di Aldo Giorgio Gargani con in mente una serie di preconcetti su Wittgenstein. Il bello è che proprio a quei preconcetti Gargani dedica l'introduzione. Annunciandone una pragmatica ma sistematica confutazione.
Che senso hanno le esplorazioni della logica e del linguaggio che Wittgenstein compie? La sua ricerca su ciò che si può dire è forse un'allusione a un senso che esistere oltre i confini conosciuti del pensiero esprimibile?

Per Gargani non è così.

Negli ultimi anni il pensiero di Wittgenstein è stato investito da una reinterpretazione condotta da un nutrito gruppo di studiosi che Gargani cita e apprezza.

Il senso della ricerca di Wittgenstein è ripensato. All'insegna della critica di una sua interpretazione in chiave più o meno allusivamente dottrinale. "Si è recentemente maturata, invece, la più ragionevole convinzione che le opere di Wittgenstein non presentino alcun progetto dottrinale, bensì offrano strumenti di chiarificazione linguistica e concettuale destinati a restituire l'uso dei concetti e delle parole ai contesti dell'origine e delle applicazioni ai quali appartengono come alla loro patria; e destinati pure a restituire agli uomini concetti e parole che hanno perso".

Il lavoro di Wittgenstein è motivato, secondo Gargani, dal tentativo di restituire ai concetti il loro contesto. Perché la decontestualizzazione, per via mitologica, metafistica, ideologica, è la perdita del loro senso.

Il racconto di Wittgenstein non è iconico o mimetico nei confronti della realtà. E' piuttosto modellistico. Serve a dire il teorizzabile. E dichiara vuoto il resto. Come la scienza einsteiniana, non cerca un senso nel non senso. Ma lo pensa come un buio luogo dell'assenza di pensiero. Il mondo di Wittgenstein non deve essere fondato teoreticamente come in un sistema filosofico: deve essere riconosciuto e accettato. Il pensiero di Wittgenstein serve a ritrovare un ordine tra concetti, pensieri e modi di vita. Una riscoperta dell'ordinario. Un punto d'appoggio semplice, ma ovviamente non banale. "Nell'azione decisa nella prassi del linguaggio gli esseri umani ritrovano il punto d'origine dei loro saperi" dice Gargani. Estendere i concetti oltre il loro contesto significa perdere la mira e fallire. Il lavoro di Wittgenstein serve a custodire il limite di un'espressione e di un concetto per pensare senza lasciarsi andare ad allucinazioni di senso.


Le puntate precedenti di questa specie di "rubrica"...
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