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Martedì, 15 aprile 2008
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Diciassette milioni al comando
Un governo votato da 17milioni di elettori, su 36milioni e mezzo di votanti (e quasi 60milioni di abitanti), si prepara a governare cinque anni. Con la sola difficoltà di mettere d'accordo gli exAn con i neoAutonomisti siciliani e i vecchi leghisti. Non vedo perché dubitare che ci riuscirà.
Il tema mi pare questo. Potrebbe essere il primo di questi governi che non si occupa troppo delle prossime elezioni (per motivi ragionevoli). E dunque potrebbe anche fare qualcosa di coerentemente orientato al lungo termine. Il primo obiettivo sarà quello di stabilizzare il sistema di alleanze sociali e ideologiche che ha garantito questo successo, per ricambiare gli alleati con una solida continuità di potere nel tempo. Si potrebbe fare in due modi. Potrebbe fare qualcosa di sensato per l'Italia. Oppure potrebbe operare una perentoria conquista dei principali gangli del potere del paese. Le due soluzioni sono probabilmente alternative. Si vedrà.
Di certo, per ora, c'è, mi pare, qualche dettaglio. Non si parlerà più di conflitto d'interessi. E non si dubiterà più sull'interpretazione del passaggio al digitale terrestre nella televisione. La par condicio potrebbe essere superata.
Più aleatorie le altre conseguenze. Si potrebbero ridurre velocemente i problemi dei rifiuti in Campania. E chiarire un po' di assetti nell'editoria. Ma che succederà alle scuole pubbliche e agli ospedali pubblici? E ci sarà davvero un accordo con l'opposizione per le riforme? E si privatizzeranno le coste? In effetti i dubbi sono molti.
Difficile capire se ci saranno politiche protezionistiche e come verranno attuate. Sulle tasse qualcosa si dovrà pur fare. La stabilità potrebbe avere qualche conseguenza positiva. Ma non è facile capire come si concilierà con le varie paure diffuse nella società. Il dimezzamento del reddito dei lavoratori dipendenti resta la principale fonte di sofferenza. Si può ridurre forse solo facilitando doppi lavori e nuovi lavori. Ma per adesso di va a tentoni, cercando di indovinare le intenzioni del nuovo governo.
Gli assi della politica internazionale sono tutti da definire. Putin sarà un punto fermo. In attesa di capire che cosa succederà in America a novembre. Con Sarkozy è tutta da vedere.
La dimensione locale, peraltro, sarà destinata a contare sempre di più. Notabilati e alleanze variabili locali dovranno servire a facilitare la tenuta di lungo termine della nuova maggioranza. Simboli del nuovo potere si vedranno nel territorio. Per la Lombardia l'Expo è una grande chance. E sarà giocata in collaborazione con questo governo. Chissà come le popolazioni locali saranno affrontate per temi come le centrali nucleari e altre scelte ambientali, energetiche, infrastrutturali, da sempre controverse.
Come si vede non so molto di quello che accadrà. Spero sinceramente di vedere cose positive per il paese. L'unico dato certo è che, oggi, ci sono 17milioni di elettori contenti.
9:04:59 PM
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2008
Luca De Biase.
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2-05-2008; 12:01:15.
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