Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Giovedì, 24 aprile 2008
 

A domani...

Ieri si discuteva di futuro lontano. Ma i commenti al post invitavano a dire qualcosa sul futuro prossimo, su quello che si dirà domani, a Torino, nella piazza di Beppe Grillo.

Mi pare che le distanze concettuali tra giornalisti e blogger diminuiscano, mentre aumentano o restano invariate le distanze pratiche tra media mainstream e blogofera. Federico Ferrazza conferma la prima parte della frase. Massimo Mantellini testimonia la seconda parte della frase.

Ma domani un movimento orizzontale ricco e vivace vivrà ancora un po' dell'antica confusione. Blogger contro giornalisti oltre che media partecipati contro media verticali. Le tre richieste dei grilleschi sono sensatissime. Anche se ovviamente oltre che a distruggere bisogna pensare anche a costruire.

L'ordine dei giornalisti non è essenziale, ma la funzione della salvaguardia dell'indipendenza di chi fa informazione dalle motivazioni puramente finanziarie delle aziende editoriali è un problema che qualcosa deve prendere in carico e risolvere. La legge Gasparri ha effetti negativi sulla struttura della concorrenza nei media, ma una legge di sistema che garantisca l'innovazione e la qualità dei media va realizzata. E i contributi statali ai giornali sono una stramberia, ma il costo dell'invio postale dei giornali resta un problema in un contesto nel quale la distribuzione dei giornali resta piuttosto concentrata. Ripeto: queste cose vanno riformate, ma bisogna trovare qualcosa che risponda alle esigenze alle quali queste cose dovrebbero rispondere.

Il Sole 24 ore prende soldi dallo stato proprio sotto forma di riduzione dei costi postali per inviare i giornali in abbonamento. Altri giornali invece li prendono perché sono classificati come organi di partito. La prima questione è un sussidio alla distribuzione del giornale in luoghi non sufficientemente serviti dalle edicole o per aziende che acquistano il giornale in modo sistematico: il primo problema è più importante del secondo, evidentemente. Ma l'abolizione del sostegno alla distribuzione postale non mi pare una battaglia di enorme importanza. Specialmente in un paese che ha trovato il modo di sussidiare ancora per un anno l'Alitalia.

La legge Gasparri favorisce di fatto la conservazione dell'assetto del mercato pubblicitario. Il che non è un bene. Ma contiene un elemento intelligente: considera il sistema crossmediale e non classifica i media alla vecchia maniera delle filiere verticali. Il che è comunque un argomento positivo e da sviluppare.

L'ordine dei giornalisti è chiaramente obsoleto. Ma è anche vero che su quello si appoggia in parte la barriera allo strapotere delle esigenze finanziarie degli editori sulle scelte giornalistiche. Non perché l'ordine faccia molto in materia. Ma perché costituisce un freno culturale e deontologico alla totale mercificazione e strumentalizzione delle notizie. Aiuta a ricordare il tema.

L'argomento vero, l'argomento di prospettiva, sul quale appoggiare la progettazione complessiva dell'ecosistema dell'informazione è quello della crescita della capacità della società italiana di raccontarsi. Lo fanno i buoni giornalisti, lo fanno i buoni giornali, lo fanno i buoni editori, lo fanno i buoni blogger e tutti coloro che fanno parte del pubblico attivo e contribuiscono su YouTube o altro. Dobbiamo pensare a un ecosistema dell'informazione che valorizzi costoro e disincentivi i cattivi giornalisti, i cattivi giornali, i cattivi editori e i cattivi blogger. I blogger dell'odio, per esempio, che non ascoltano ma fanno proseliti o organizzano crimini (ce ne sono, lo sappiamo). Penso che alla lunga, il mercato non sia sufficiente come sistema che valorizza la qualità e disincentiva la beceraggine. Penso che ci salverà solo la consapevolezza di chi fa informazione, di tutti coloro che contribuiscono all'informazione. Al servizio della convivenza civile, del rispetto reciproco, del dibattito democratico. Questa consapevolezza nasce nel tempo. Parlandone senza falsa modestia. Credendoci. Sapendo che ciascuno porta un piccolo contributo ma che l'insieme è grande e essenziale. Sapendo che per innovare si può passare un po' di tempo a distruggere, ma pensando a ciò che si vuole costruire. Imho.


8:43:58 PM    comment [];


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