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Mercoledì, 28 novembre 2007
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Felicità e soldi
Oggi ho avuto l'occasione di parlare a Web 2.0ltre. Lo slogan del convegno metteva le persone al centro della questione del marketing in questa nuova epoca. E quindi ho pensato di raccontare l'esperienza fatta per scrivere "Economia della felicità".
Il contesto era formato da persone che si occupano, appunto, di marketing, vendita, pubblicità. Dovevo spiegare il mio punto di vista sulle conseguenze per il loro lavoro della nuova centralità riconosciuta alle persone. Ho raccontato di queste due storie parallele: la partecipazione entusiastica da parte di centinaia di persone nel mondo al medium orizzontale formato da blog, social network, sistemi di scambio di foto e altro, allo scopo di connettersi ed esprimersi; la scoperta operata dagli economisti di una dimensione dell'economico centrata sulle relazioni tra le persone (quelli che chiamano "beni relazionali"), una dimensione economica più collegata alla felicità di quanto non possa essere la spirale consumo-guadagno. Insomma: ho cercato di attrarre l'attenzione su un punto: se si considerano le persone, allora non si può non considerare il modo attraverso il quale le persone cercano il senso della loro vita, lo esprimono e lo vivono.
Tutto questo non è in opposizione al denaro e all'economia monetaria. E' semplicemente la riscoperta di una dimensione umana che esiste ed è necessaria alla felicità. Non sarebbe per niente intelligente pensare ideologicamente alla dimensione del gratuito come alternativa alla dimensione del monetario. Secondo me è già abbastanza importante che la dimensione del gratuito, delle relazioni umane, venga riconosciuta. Questa consapevolezza non si oppone al monetario: si oppone all'integralismo monetario che tende a occupare tutti gli spazi e tutto il tempo delle persone. In effetti, la dimensione della qualità delle relazioni si può riconoscere anche nelle attività che si fanno per lavoro: si può essere attenti alle persone o solo al denaro quando si tratta un affare o si collabora a un progetto; i risultati nei due casi saranno diversi. Forse alla fine del processo di consapevolezza si scoprirà che si fanno addirittura affari migliori se si tiene conto davvero delle persone. Di certo si vive meglio. Il che alla fine è un risultato importante, persino per gli economisti.
Se si vuole far marketing nel mondo del medium orizzontale fatto dalle persone, questa consapevolezza ha conseguenze fondamentali. Quando questa consapevolezza sarà acquisita anche da chi fa marketing, i messaggi delle aziende risulteranno radicalmente trasformati, nei modi e negli scopi. Il che li renderà più credibili.
1:55:27 PM
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2007
Luca De Biase.
Last update:
1-12-2007; 10:19:37.
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