Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Mercoledì, 14 novembre 2007

E' raro che i giornali si critichino tra loro

Sentendone parlare in giro, si ha l'impressione che i media non godano di buona fama. Nel popolo de La Casta e del Blog di Beppe Grillo, per esempio, non si trova un'enorme differenza tra il giudizio riservato alla classe politica e quello diffuso nei confronti dei giornali tradizionali. Ma mentre i politici si criticano tra loro, è raro che lo facciano i giornali.

Ricordo quando Giuliano Ferrara arrivò alla direzione di Panorama e introdusse una rubrica molto anglosassone intitolata "The other place": era dedicata a fare le pulci al diretto concorrente, l'altro posto appunto, l'Espresso. Ogni settimana l'elenco degli errori contenuti nell'Espresso.

Ma è restato un caso molto isolato. Non è un segno di maturità. Informare il pubblico sugli errori contenuti nei giornali è un argomento giornalistico degno di interesse. Ma che non viene sviluppato. Forse perché i giornali devono aiutarsi a vicenda nel mantenere intatta la propria credibilità? O forse perché lo devono fare i giornalisti intesi come categoria? Oppure, semplicemente per buona educazione?

Questo però apre un mondo di argomenti che le strutture mediatiche innovative come i blog possono esplorare. Il che di fatto avviene. I blog non cessano di criticare i giornali. E qualche volta, i giornali mettono a disposizione del pubblico un giornalista-blogger che risponde con una voce umana alle critiche. Mi pare uno sviluppo positivo. E un'ulteriore motivo di soddisfazione per l'emergere di questo nuovo medium orizzontale, fatto di persone.

Il prossimo passo sarà quello di definire delle regole aperte a tutto questo. Per non patire della mancanza di certezze sui diritti di critica nella blogosfera. La questione della diffamazione a mezzo blog non è chiusa, come dimostra un servizio di Luca Sofri che uscirà domani su Nòva con il Sole 24 Ore. Ne emerge una convinzione: la chiarezza delle regole è libertà.

Nel frattempo, vale soprattutto una convinzione: il senso di responsabilità delle persone che tengono un blog è fondamentale. Perchè una conversazione civile non può non avere diritto di cittadinanza.

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