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Lunedì, 24 settembre 2007
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Il papa critica il capitalismo
La Chiesa cattolica ha partecipato alla vittoria contro il comunismo sovietico. Ma nel corso degli anni Ottanta ha visto crescere altri due "concorrenti" di qualità e sostanza profondamente diversa: l'Islam fondamentalista e il capitalismo consumista e finanziario. E' evidente che ha trattato queste alternative alla sua cultura con attenzione ed energia molto diversi.
Il papa Giovanni Paolo II ha tentato di opporsi al consumismo, non altrettanto alla finanziarizzazione (mi pare). Il suo successore tenta la via della critica del capitalismo (o almeno dei suoi "eccessi").
Sono temi fondamentali. Sono certo che la società abbia bisogno di pensare le forme con le quali indirizza il capitalismo verso una condizione favorevole alla convivenza civile e alla felicità. Mi pare però che sia difficile affrontarlo come sistema: non è chiaro a nessuno perché si dovrebbe rinunciare a un sistema che funziona e che produce soluzioni ai bisogni materiali. Penso che si debba ragionare non tanto all'abbandono del sistema capitalistico, quanto piuttosto intorno alla conquista da parte delle persone di una centralità della loro biografia e delle relazioni con gli altri; una centralità messa in discussione non dalla teoria ma dalla pratica della vita quotidiana nel capitalismo. I media, ovviamente, hanno una fortissima responsabilità in materia. E l'emergere di media orizzontali, fatti appunto di biografie e connessioni, è un fenomeno che può essere messo in relazione a una possibile evoluzione culturale.
12:27:48 PM
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I diritti non sono un costo
Il dibattito attorno alla proposta rinuncia agli obblighi in merito alla tutela della privacy da parte delle aziende mi pare vada seguito e segnalato. E' fondamentalmente sbagliato, secondo me, pensare che le aziende possano essere esentate da obblighi di questo tipo. Ed è ancora più sbagliato pensare che questa decisione venga presa allo scopo di farle risparmiare sui costi connessi alla tutela della privacy dei collaboratori. Le regole e i diritti non sono un costo, ma la definizione della convivenza civile. La privacy sui temi della religione, della salute, dell'orientamento politico e delle tendenze sessuali riguarda la persona come la sicurezza sul lavoro e la qualità dell'ambiente. Vogliamo dire che questi valori sono costi e che possiamo rinunciare ad affermarli? E le aziende vogliono davvero sostenere che non intendono condividere questi valori? Può essere che in Italia si avverta una scarsa attenzione per il tema della privacy: ma quarant'anni fa la stessa disattenzione era rivolta alla sicurezza sul lavoro o alla tutela dell'ambiente. La civiltà avanza. E la società matura.
In una società matura, una riforma come questa può passare solo se non se ne parla. E allora parliamone...
12:08:32 PM
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29-09-2007; 10:43:22.
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