Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
Plus news about media and cultures.



Global Voices

Creative Commons License

Scrivimi


blog italia, directory blog italiani
Top 100 Italia di BlogItalia.it e Technorati

AddThis Feed Button

Subscribe to "Luca De Biase" in Radio UserLand.

Click to see the XML version of this web page.

Click here to send an email to the editor of this weblog.

 

 

Mercoledì, 1 ottobre 2008
 

Ma quale web 3.0?

Se ne parla quasi automaticamente. Se c'è stato il web 2.0 ci sarà anche la terza versione. Ma come sarà? Se la prima versione era più che altro una quantità di pagine pubblicate in html con una prevalenza di vecchie e nuove iniziative aziendali o universitarie, se la seconda versione è guidata dal pubblico attivo e le piattaforme di vario genere che servono alle persone perché si esprimano e si connettano, la terza versione con che cosa avrà a che fare?

Non lo so. Ma ho alcune ipotesi.

1. Ricerca. Si è parlato del web 3.0 come di un sistema nel quale le informazioni si trovano meglio in base a una sorta di unificazione del web semantico e della folksonomy. Questo risponde all'esigenza di migliorare la gestibilità delle informazioni che circolano in rete. Ma va motivato. La rete finora è stata straordinariamente bella per la sua capacità di fare emergere pensieri freschi e progetti nuovi. Ma ha anche un effetto vagamente orientato ad appiattire molte cose in un unico grande calderone. Questo è forse il risultato di una metafora che si può supeare: il mondo digitale come altro mondo separato da quello fisico non è una metafora sufficientemente esplicativa quando la maggioranza di una società entra in rete. Resta un'idea esaltante, come la scoperta dell'America e come la possibilità di realizzare un'utopia. Ma non basta all'insieme. Che è caotico. Il rapporto tra il caos creativo del pubblico attivo e le strutture sociali ed economiche del mondo fisico può essere concorrenziale per tutto ciò che attiene alla modernizzazione dell'informazione ma può essere cooperativo per ciò che attiene la costruzione dell'agenda e dei luoghi di aggregazione interpretativa. Posto che le strutture sociali ed economiche del mondo fisico non si abbarbichino sulla tradizione, solo per difenderla, e si adeguino al nuovo contesto. Nel quale il pubblico attivo è un soggetto vero.

2. Libertà. Le tensioni verso il controllo delle informazioni che circolano in rete, viste talvolta come un pericolo (come per esempio nel mondo della musica o dell'industria del divertimento), potrebbero arrivare a creare una sorta di internet controllata, senza neutralità della rete. Questo spingerà chi tiene alla vera internet a creare una seconda dimensione della rete, dove la neutralità sia garantita. Potrebbe essere uno sviluppo piuttosto complicato. Ma non impossibile. Sarebbe una nuova fase di transizione, verso un'eventuale riunificazione, nel momento in cui una delle due interpretazioni dovesse essere sconfitta. In questo senso, il web 3.0 sarebbe una dimensione nella quale la rete tenta di difendersi dagli attacchi dei fautori del controllo, nella quale le forme di reperimento dell'informazione dovrebbero essere garantite da tecnologie in grado di difendere la propria neutralità.

3. Sicurezza. C'è infine il tema dell'integrazione tra tutti i media e tutti gli oggetti che potrebbero avere un indirizzo internet. Come i sensori, le etichette... L'identità in rete è oggi spezzettata. Ci si iscrive a mille social network. Si lavora con banche e negozi online. Si parla col telefonino. Si comprano film nelle televisioni digitali. Sempre accettando di iscrivere la propria identità in un database di proprietà di qualcuno. Uno degli sviluppi che si potrebbero vedere, invece, prevede che l'identità della persona sia di sua proprietà. Che tutte le informazioni identitarie vengano depositate in qualcosa che abbia le caratteristiche protettive di una banca delle informazioni, che lo stesso dominio dove si trova il profilo delle persone sia appannaggio della persona. E che da lì si possa connettere alle piattaforme che ne hanno bisogno per funzionare. Senza cedere a Facebook o alla compagnia telefonica mobile i dati fondamentali che definiscono la persona digitale. A quel punto le tecnologie necessarie a gestire in modo sicuro e rispettoso per la privacy delle persone questo nuovo mondo di indirizzi internet, molto più importanti, potrebbero dare luogo a innovazioni di grandissima portata.

Vabbè. Era solo una riflessione. Vedremo.


11:43:00 AM    comment [];


Click here to visit the Radio UserLand website. © Copyright 2008 Luca De Biase.
Last update: 1-11-2008; 10:47:02.
This theme is based on the SoundWaves (blue) Manila theme.

AddThis Feed Button

Appunti su economia e felicità

In libreria:
Economia della Felicità
Dalla blogosfera
al valore del dono
Feltrinelli Editore


Il mago d'ebiz

In nome del popolo mondiale

Frammenti



Crossroads
Nòva100
(Nòva24Ora!)

Rivolta e rivoluzione
Giornalismo dell'innovazione
Appunti: reti, Benkler, Castells
Politica/ blog
Politica/ scienza
Retorica catastrofica
Scienza/ paura
Informazione/ comunicazione
Regole/ telecomunicazioni
Urgenze/ giovani
Chi ha ucciso i giornali?
Online journalism
Commons


blog.debiase.com
www.debiase.com
Web


Google


Planisfero personale
First Monday
Ted
Seed Magazine
Reporters sans Frontières
EquiLiber
Doors of perception
Newseum
Jornalismo & internet
Discussioni
twitturly
Future Exploration
CiteUlike
LibraryThing
Ted
Digital Library of the Commons
On the Commons
Memesphere
Wikio
www.flickr.com
LucaDeBiase's photos More of LucaDeBiase's photos

Ottobre 2008
Dom Lun Mar Mer Gio Ven Sab
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
Set   Nov