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Sabato, 30 agosto 2008
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Chi vuole farci dimenticare l'Olocausto Anche in Italia!
I tedeschi ripensano costantemente l'Olocauto. A scuola, in Germania, i libri sono pieni di riferimenti all'orrore dei 6 milioni di ebrei uccisi dall'industria del razzismo nazista. Su questa consapevolezza, la Germania ha costruito la sua attuale democrazia. Tra le più aperte del mondo.
Ma sono molti quelli che tentano di far dimenticare quella storia. Non solo Mahmud Ahmadinejad, leader dell'Iran. La loro strategia è agghiaccianmentemente razionale. Lanciano un messaggio stupefacente, come per esempio la negazione dell'Olocausto, per ottenere consenso presso una vasta fetta di pubblico che nella sua ignoranza dei fatti storici non vede l'ora di poter credere che si possa superare il pensiero politically correct e ci sia qualcuno che rappresenti lo sdoganamento di quello che hanno sempre pensato, anche inconsapevolmente: cioè che ci vogliono leader forti, mentre il razzismo, l'antisemitismo o altri orrori sono problemi di poco conto.
L'Italia ha fatto molto meno i conti con quella vicenda di quanto non abbia saputo fare la Germania. Un po' perché è stata alleata e simpatizzante servitrice del carnefice, un po' perché a sua volta ne è stata vittima. Seicentomila italiani non ebrei sono stati prigionieri in Germania. Nelle fosse comuni del centro di smistamento di Bergen Belsen (nella foto, la tomba simbolica di Margot e Anna Frank), dopo i russi, il gruppo più numeroso di cadaveri è quello degli italiani.
Sulla scorta di quel poco di consapevolezza che gli italiani hanno coltivato sulla propria storia fascista, la politica italiana ha vissuto finora la sua pur discutibile vicenda democratica. Ma una quota minoritaria di italiani, anche senza un'esplicita rappresentanza nazionale, continua a credere che la mancanza di un leader forte, il disagio sociale, i treni che arrivano in ritardo, la burocrazia e lo scarso orgoglio nazionale siano problemi più grandi del razzismo.
A costoro, probabilmente, si rivolgevano i politici che, prima della recente campagna elettorale annunciavano il loro intendimento: una volta tornati al governo, gli uomini della Destra avrebbero lavorato per una revisione della lettura storica delle vicende italiane, per ridurre lo spazio, a loro parere eccessivo, assegnato alla Resistenza nei libri di storia adottati nelle scuole italiane.
Ebbene. In attesa di tale revisione, secondo un pezzo di Peter Gomez sull'Espresso in edicola, sta nascendo una vera e propria enciclopedia in videoclip da trasmettere con la tv digitale e internet che, proprio come desiderano quei politici, riporta al centro della lettura storica la forza della volontà dei leader e sorvola sulle loro eventuali malefatte. Hitler e Stalin, in quell'enciclopedia rivolta ai giovani italiani dei prossimi anni, sono presentati come «grandi leader carismatici» e «figure controverse», ma si sorvola sui milioni di assassini che hanno commesso. In questo modo, si creano le condizioni per sdoganare tutto. Ma proprio tutto.
I colti d'Italia, forse, faranno spallucce di fronte all'incompetenza degli autori di quell'enciclopedia. Ma il popolo senza rappresentanza che vuole un leader forte e non si preoccupa delle sue malefatte, anche perché in fondo non le considera tali, se ne potrebbe abbeverare con gusto.
E' urgente rafforzare la cultura della storia, della memoria, della pacifica coesistenza. Senza ideologismi. Prima che troppi orrori vengano dimenticati. E fatti dimenticare dai Mezzi di confusione di massa.
Tag: olocausto, oblio, comunicazione
4:28:47 PM
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