Luca De Biase

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An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Venerdì, 29 giugno 2007

Web 2.0 come soluzione sociale

Dario Salvelli, in post utilissimo, si domanda se il web 2.0 possa essere pensato come soluzione per alcuni fondamentali problemi sociali. Cita il microcredito, l'aiuto alle famiglie, il sostegno ad alcune popolazioni africane. Li vede come temi da studiare criticamente. Niente è scontato e ha pienamente ragione.

Io penso che il web 2.0 abbia tanto senso quanto gliene possono dare le persone che lo usano. E che abbia tutte le caratteristiche per sottolineare le opportunità per creare relazioni di rete nelle quali tutte le componenti traggono vantaggio. Per questo si adatta in modo fondamentalmente positivo alle iniziative di mutuo aiuto che costituiscono l'approccio moderno all'aiuto sociale. Un tempo, nel contesto industriale e finanziario, si poteva pensare solo che chi accumulava ricchezza la potesse restituire in parte con la beneficienza, il supporto ai bisognosi, gli aiuti internazionali. Questo è ancora possibile, ovviamente. Ma oggi si è aggiunto qualcosa di nuovo: la diversità, l'incontro tra culture, la consapevolezza del valore dei valori, sono diventati elementi di un gioco più ampio nel quale si possono prendere iniziative sostenibili che vanno a vantaggio di tutte le persone coinvolte. E poiché uno degli elementi centrali di questo genere di iniziative è la capacità di dar conto della qualità delle persone che le portano avanti, il web 2.0 può essere davvero d'aiuto. Del resto, dal punto di vista organizzativo, queste tecnologie di rete hanno un carattere compatibile con le iniziative di cui parliamo.

Insomma: il web 2.0 non fa niente da solo. Ma è un medium culturalmente e organizzativamente compatibile con le moderne iniziative di supporto sociale. Perché si tratta in tutti i casi di strutture di relazione orizzontale, non gerarchica. Credo che Manuel Castells abbia ancora parecchio da dire in proposito.

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