Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
a laboratory for the study of broken democracy and creative capitalism.
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Venerdì, 4 gennaio 2008
 

Le città del futuro

Argomento appassionante, le città. Perché sono il principale contesto esistenziale della maggior parte della popolazione mondiale (secondo l'Ocse). Perché sono generatori di senso e di fatica di vivere. Perché ci parlano del progetto, implicito o esplicito, sul quale la comunità a noi più vicina sembra avere per costruire il futuro.

Le città sono reti di relazioni e connessioni. Spesso si pensano come insiemi di case e strade appoggiate su un territorio, ma sono essenzialmente le persone che le abitano. Si attraversano in orizzontale ma nascondono gerarchie talvolta inestricabili. Sono piene di segni e di storia. Sono piene di sofferenze e di indifferenza. Le città sono la rivincita della geografia sulle tecnologie che si pensava le abolissero.

Sono il luogo dal quale parte la disperazione. Ma anche il centro dove nasce la costruzione del futuro. Il paesaggio industriale lascia quotidianamente il posto al paesaggio della conoscenza. Ma è una trasformazione che possiamo pensare. Dedichiamo tanto tempo a pensare internet, ma vale la pena di dedicare altrettanto tempo a pensare la città. In fondo, le nozioni di internet e di città hanno molto in comune...

Ecco alcune riflessioni sulla città che immagino si prepari a costruire il futuro:
1. La città migliore pensa al lungo termine. Il che si vede dalla sua capacità di raccontare la sua missione, identità, visione. Di definire il suo progetto. Di costruire il consenso. Di lasciare scorrere il dibattito e l'informazione libera. Per questo ci vuole, anche, una classe dirigente che sia davvero animata da uno spirito di servizio per la comunità. E una buona rete di relazioni tra università, autorità, innovatori.
2. Emergono indicatori che danno il senso dei risultati ottenuti nella direzione progettuale di lungo termine: infrastrutture e investimenti in ricerca, dotazione tecnologica e stato dell'educazione, attrazione di talenti e accessibilità, connessioni interne e collaborazione tra i cittadini, valorizzazione e produzione di cultura, ambiente e sanità...
3. Si dà un sistema di valutazioni della qualità dei sistemi incentivanti per lasciar fiorire una quantità sufficiente di iniziative tale da trasformarla in un laboratorio continuo nel quale si sperimentano le idee nuove.

Lo so... Si dicono queste cose e poi ci si guarda intorno... Ma l'utopia è una disciplina da coltivare. Imho.


2:24:35 PM    comment [];

Happy links...

Grazie Carlo: la ricerca di senso. E Ciwati: priceless. E Antonio: il giornale che vorrei non ha prezzo. Ed Étranger: più infodiversità in Sudtirolo. Grazie! Si può dunque parlare anche di felicità...


2:04:00 PM    comment [];

Obama!

Barack Obama ha vinto le primarie dell'Iowa. "Il tempo del cambiamento è arrivato: sarò il presidente che riporterà a casa i soldati dall'Iraq, che garantirà la sanità a tutti gli americani e metterà fine ai regali fiscali alle grandi multinazionali".

La sua campagna è l'opposto di quella di Hillary Clinton. Il problema delle primarie è doppio: bisogna votare il candidato che piace di più nel proprio partito, ma anche la persona che più probabilmente vincerebbe le presidenziali contro il candidato del partito avversario. Hillary, a quanto pare, non piace molto, ma sembrava destinata alla candidatura finale perché tutto lasciava pensare che Obama fosse un candidato troppo debole contro i repubblicani. Obama è un oratore straordinario ma sembrava inadatto a vincere le elezioni finali. Hillary ha dovuto cercare di piacere (il che le riesce difficile mi dice un amico di New York). Obama ha dovuto cercare di dimostrarsi eleggibile. In Iowa gli elettori gli hanno creduto. E non a caso lui ha commentato: "Voi siete stati capaci di fare quello che i cinici definivano impossibile - ha detto Obama alla festa con i suoi supporter - perché avete avuto il coraggio di combattere e ora possiamo cambiare questo Paese: è finita la politica della paura e del cinismo". Grazie a Mario Calabresi per le informazioni da Des Moines.

Vedremo. Le primarie sono ancora molto lunghe.


9:23:19 AM    comment [];


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